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Giuseppe Cicero, il parodontologo romano che ha conquistato l'America

Giuseppe Cicero, il parodontologo romano che ha conquistato l'America

L’ obiettivo è restituire il sorriso ai pazienti. Anche nei casi più complessi. Giuseppe Cicero è l’uomo della stampa 3D applicata all’odontoiatria. Parodontologo e implantologo, è tra i pochi dentisti abilitati al doppio titolo per la libera professione sia in Italia che in America. È insomma una vera eccellenza italiana nel suo settore. “Tra Immagini tridimensionali e tecnica olografica le nuove frontiere dell’odontoiatria in sala operatoria permetteranno che gli interventi diventino sempre più sicuri e precisi”, racconta Cicero a 9colonne. “Con la stampa 3D riusciamo a migliorare le diagnosi e a limitare al massimo gli errori clinici, creando una chirurgia sempre più su misura. Con la tecnica olografica, invece, diventa possibile entrare all’interno di strutture anatomiche sotto forma di ologrammi, aiutando ancora di più a visualizzare correttamente tutte le strutture anatomiche necessarie a fare diagnosi più precise”. Il talento di Cicero è stato riconosciuto anche con la consegna del “Premio Firenze Donna - In Onore dell’Italia che ci Onora” per i risultati ottenuti all’estero e in Italia nell’innovazione odontoiatrica e per la salute dentale. Onorato del riconoscimento ottenuto, il 33enne parodontologo è rimasto colpito soprattutto dalle motivazioni del premio e dalla serie di qualità a lui attribuite, tra cui “modello di onestà, impegno, professionalità, responsabilità, competenza, coraggio, intelligenza, unicità, efficienza, studio, creatività”. “Non dico che sono proprio tutto questo, ma sicuramente quando si parla di impegno, determinazione e slancio mi ci ritrovo. Sono questi aspetti che hanno reso possibile questa mia carriera fortunata iniziata già a 28 anni dopo l'università a New York”. Gli inizi del percorso di Cicero in America   sono stati  rocamboleschi.  “Dopo gli studi a Roma, a soli 23 anni riesco ad avere un appuntamento con il dean della New York University e gli sottopongo il mio interesse a partecipare al­la specializzazione di tre anni in parodon­tologia e odontoiatria implantare. ‘Lei è pazzo’ è stata la prima risposta ricevuta. Generalmente non accoglievano persone così giovani e soprattutto senza una precedente esperienza clinica. Non mi arrendo e chiedo  l’appli­cation per la specializzazione. Galeotta fu l’opportunità di partecipare a delle lezioni all’università; durante uno degli incontri mi imbatto casualmente nel dean di Harvard e gli parlo di una mia tesi sulle cel­lule staminali della polpa dentale nel campo della rigenerazione ossea che avevo sviluppato in Italia prima della laurea. Interessato, mi pro­pone di andare ad Harvard a fare una lezione in merito agli specializ­zandi. La presentazione e le ricerche fatte nel campo delle cellule staminali vengono molto apprezzate ad Harvard e il dean, che mi ha invitato, mi suggerisce una eventuale application ad Harvard. La New York University a quel punto mi invita a sua volta a tenere una lezione sul tema”. Ed ecco un’altra sorpresa: “Il giorno della mia relazione il direttore del corso di pa­rodontologia e il preside della facoltà di odontoiatria mi offrono uno dei sei posti per frequentare la specializza­zione”, racconta con orgoglio Cicero. Inizia così il suo percorso americano. Un percorso non certo senza ostacoli. “Inizialmente, post specializzazione, non è stato semplice ottenere la possibilità di esercitare come libero professionista - e non solo come ricercatore o insegnante - negli Stati Uniti”, rimarca l’esperto, che ha esercitato la professione in Texas, California e Road Island, a Newport, dove ha il suo centro di altissimo livello tecnologico e clinico nell’odontoiatria specializzato in chirurgia parodontale con oltre 60 membri del team, oltre che a Roma. Ma come viene accolto un professionista italiano come Cicero in un Paese straniero? “Il talento italiano viene apprezzato e considerato per quello che è anche all'estero. Io personalmente devo molto all'America che mi ha dato delle opportunità straordinarie. Gli Stati Uniti aprono sempre le porte a chi sa dimostrare di valere e di avere qualcosa in più”, spiega il dentista che ha nel cassetto diversi progetti ambiziosi da realizzare: "Abbiamo messo a punto un software che permette la conversione di dati per la stampa 3D in maniera molto intuitiva e io continuo a tenere diversi corsi scientifici in giro per il mondo. Ho insegnato per diversi anni all’Università europea di Madrid, l'anno prossimo terrò un corso all'Università di Harvard sulla rigenerazione ossea e sull'utilizzo della stampa 3D. Da qui ai prossimi 10 anni il mio sogno è espandere il mio centro negli Stati Uniti e renderlo sempre più all'avanguardia. Inoltre mi piacerebbe iniziare una nuova avventura sempre nel campo della rigenerazione ossea orale e vedere quali altri risvolti può avere l'olografia nel mio settore”. (BIG ITALY / Tis)

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