di Paolo Pagliaro
Ikbal Masih era un ragazzino pakistano, ucciso a 13 anni e diventato il simbolo della lotta contro il lavoro minorile. E’ intitolata a lui la scuola lombarda di Pioltello in questi giorni al centro di dure reprimende per aver deciso di lasciare casa gli alunni il 10 aprile, in occasione della fine del Ramadan. Metà dei ragazzi, essendo di fede islamica, sarebbe rimasta a casa lo stesso. ma questo non è sembrato un buon argomento alle autorità scolastiche. L’arcivescovo di Milano, invece, ha osservato che la religione è una delle cose più importanti della vita e che comunque nelle scuole si sospendono le lezioni anche a Carnevale.
Ieri le diverse opinioni hanno iniziato a litigare con i fatti quando il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, è intervenuto citando i dati Invalsi e accusando l’istituto di Pioltello di aver raggiunto risultati formativi enormemente inferiori rispetto a quelli della media lombarda.
Qui il gioco si fa scorretto perché tra i 2 milioni e 700 mila studenti esaminati ogni anno dall’Invalsi, i risultati conseguiti dagli immigrati – che sono circa il 10% degli alunni - vengono poi valutati a parte, secondo un indicatore che considera lo status sociale, economico e culturale delle famiglie, I ragazzi stranieri sono meno brillanti nelle prove di italiano e di matematica, anche se i divari si vanno riducendo. Mentre invece raggiungono punteggi più alti in inglese. Se vengono confrontati con quelli di altre scuole che hanno un’alta quota di immigrati, i livelli raggiunti a Pioltello sono buoni e in alcune materie superiori. Di enorme sembra esserci solo il dileggio ministeriale riservato agli insegnanti.
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