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direttore Paolo Pagliaro

CRISTIANI PERSEGUITATI
IL GOVERNO INTERVENGA

CRISTIANI PERSEGUITATI <br>IL GOVERNO INTERVENGA

di Paolo Pagliaro

“La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall’odio. Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell’Uomo”. E’ l’ultimo post apparso sul sito Baghdadhope, il blog delle Chiese cristiane in Iraq, lettura consigliata a chi non si accontenta delle stucchevoli cronache italiane. Lo ha scritto mons. Shleimun Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad. Il blog negli ultimi mesi è diventato il diario delle sofferenze inflitte in quel paese alla comunità cristiana. L’ultima è la cacciata, dopo 1700 anni, dei cristiani da Mosul, la seconda città dell’Iraq, oggi controllata dai militanti dell'auto-proclamato “Califfato Islamico”. Nei giorni scorsi Baghdadhope è stata la prima fonte a riferire della distruzione della moschea intitolata al profeta Giona, considerata uno dei più importanti monumenti storici e religiosi, luogo di pellegrinaggio di cristiani e di musulmani sia sunniti sia sciiti.

Oggi sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia sostiene che a nessuno, in Occidente e in Europa, importa davvero della sorte di tutti i cristiani perseguitati e fuggiti a centinaia di migliaia in tutti questi anni dall’Iraq, dalla Siria, da tutto il mondo arabo. “Quante risoluzioni i Paesi occidentali hanno presentato all’Onu riguardanti la loro sorte? Quanti milioni di dollari hanno chiesto alle agenzie delle Nazioni Unite di stanziare a loro favore? Cosa si è fatto realmente di concreto per le 276 ragazze cristiane rapite qualche settimana fa, in Nigeria, dalla banda jihadista di Boko Haram perché colpevoli - niente di meno! - di voler andare a scuola, e quindi avviate a un destino che è facile immaginare?”.

Ha ragione Galli della Loggia: non si è fatto nulla. Sarebbe bene invece che facessimo qualcosa proprio noi italiani, con un’iniziativa politico-diplomatica dirompente che costringesse l’Europa a muoversi. Avrebbe così un senso il nostro semestre di presidenza della Ue. (28 lug)

(© 9Colonne - citare la fonte)