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direttore Paolo Pagliaro

“Muchachas”: le donne
che creano e amano

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“Muchachas”: le donne <br>che creano e amano

Hortense ha 23 anni, convive con il bellissimo Gary, studente di musica alla Juilliard e idolo di tutte le compagne di corso; ma il romanzo si apre con Hortense brutalmente abbandonata da Gary in mezzo a Central Park. Stella ha 34 anni, vive nella campagna francese insieme al figlio Tom e a molti animali, lavora in una ferriera; è fuggita di casa perché non sopportava di vedere sua madre maltrattata dal marito. Ma la violenza maschile non ha smesso di sfidarla. Joséphine è una raffinata parigina, sembra condurre una vita tranquilla, sin quando sua figlia Zoe, sedicenne, esce per andare a scuola e non fa più ritorno a casa. Hortense, Stella, Joséphine, tre vite lontane, i cui destini, inesorabilmente, stanno per intrecciarsi. Ma le donne sono ovunque in questo romanzo di Katherine Pancol. Sono loro a condurre le danze. Da New York a Parigi, dalla Borgogna a Lourdes o a Miami. Donne che creano, s’infiammano, amano. Donne che si battono per la vita. E gli uomini? Ci sono anche loro. Ma sono le “Muchachas” (Bompiani, pp. 352, 10 euro) che danzano e fanno scintille del loro destino. (PO / Red)

“L’ITALIA DA SALVARE”: LA FRATERNITA’ ATTORNO ALL’ARTE
Arriverà tra pochi giorni in libreria "L'Italia da salvare. La fraternità attorno all'arte e alle bellezze del paese" (San Paolo, pp. 104, 10 euro) del saggista e firma di Panorama e Il Giornale Luca Nannipieri. Da Milano a Roma, da Matera a Cesena, da Torino a Pisa, sono decine le comunità e le libere aggregazioni di persone che si prendono cura del patrimonio storico-artistico dei loro luoghi. Questo viaggio dalla Val di Susa alla Lunigiana, dall'altipiani di Cassino alle gravine di Taranto, dall'Appennino tosco-emiliano alle colline marchigiane, è un lungo viaggio e una riflessione attraverso le sfide educative, spirituali e valoriali più importanti che Nannipieri ha conosciuto attorno all'arte e alle bellezze del paese. Non compaiono quasi mai in televisione, non hanno voce sui grandi giornali, non sono incoraggiate dai partiti che governano il Paese, non hanno dialogo con le soprintendenze, eppure chi ha occhi per vedere li può scoprire ogni giorno: attorno a quella piccola chiesa, a quella scuola, a quella statua, a quel palazzo civico, a quell'archivio impolverato e mal custodito. Eccola l'Italia da salvare. Non l'Italia delle opere d'arte, delle chiese, delle piazze, ma l'Italia delle persone che, unendosi, se ne prendono cura. (Red)

ALESSIA BOTTONE DA' VOCE AI PRECARI A TEMPO INDETERMINATO
“Papà mi presti i soldi che devo lavorare?” è un manuale ironico e irriverente per chi cerca lavoro o ha perso la speranza. Una collezione di paradossali colloqui, richieste singolari e annunci bizzarri. Consigli utili per districarsi fra i “lei è troppo per la nostra azienda”, “lei è una persona instabile, ha viaggiato troppo” e i “dobbiamo tornare tutti all’agricoltura”. Uno spunto per riflettere, sorridendo, sui cambiamenti del mondo del lavoro e della nostra società, ma soprattutto per non arrendersi di fronte all’incertezza. Mal comune, mezzo gaudio? Forse, ma anche consapevolezza che dalla crisi se ne esce solo credendo in se stessi e nelle proprie capacità. L’autrice, Alessia Bottone, classe 1985, ha una laurea in Scienze Politiche, Istituzioni e Politiche per la Pace e i Diritti Umani, ovvero in Scienze della Disoccupazione a Lungo Termine. Ha pubblicato per un piccolo editore “Amore ai tempi dello stage. Manuale di sopravvivenza per coppie di precari”. (PO /Red)

“IO NON CI STO” DI ADELE MARINI
Una nobildonna napoletana, Costanza Filomena degli Albani, moglie di un diplomatico belga accreditato presso la Santa sede, vive con profondo scontento una vita sentimentalmente arida. Per dare un senso alla propria esistenza gestisce con un’amica una piccola bottega di antichità religiose nel cuore di Roma. Un pomeriggio entra uno strano cliente che acquista un’icona russa “autentica” pretendendo di pagarla in contanti. Il cliente torna presto a trovarla, la circuisce con abilità e finisce per soggiogarla. Prende il via una strana relazione, basata esclusivamente sul sesso, che per Costanza si rivela quasi subito un biglietto di sola andata per un mondo che le è del tutto estraneo, fatto di illeciti finanziari, di incontri ravvicinati con il terrorismo internazionale e di misteriosi plichi passati di mano. È il 1992, annus horribilis della nostra storia repubblicana, insanguinato dalle stragi mafiose che preludono alla svolta politica auspicata dagli strateghi di quel conflitto civile definito oltreatlantico: "guerra non convenzionale a bassa intensità". Tenuta costantemente al guinzaglio dal suo persecutore, la nobildonna contrabbanda valuta e informazioni riservate, ma quando intuisce che la vita dei suoi due figli piccoli è in pericolo, fa l’unica mossa che le è consentita: mette al sicuro le agende su cui ha annotato ogni cosa giorno per giorno. Tutto questo è “Io non ci sto” (Feltrinelli, pp. 288, 18 euro) di Adele Marini. (PO / Red)

“MANDAMI TANTA VITA”: LA FATICA E L’INCANTO DI ESSERE GIOVANI
Moraldo, arrivato a Torino per una sessione d’esami, scopre di aver scambiato la sua valigia con quella di uno sconosciuto. Mentre fatica sui testi di filosofia e disegna caricature, coltiva la sua ammirazione per un coetaneo di nome Piero. Alto, magro, occhiali da miope, a soli 24 anni Piero ha già fondato riviste, una casa editrice, e combatte con lucidità la deriva autoritaria del Paese. Sono i giorni di carnevale del 1926. Moraldo spia Piero, vorrebbe incontrarlo, imitarlo, farselo amico, ma ogni tentativo fallisce. Nel frattempo ritrova la valigia smarrita ed è conquistato da Carlotta, una fotografa di strada disinvolta e imprendibile in partenza per Parigi. Anche Piero è partito per Parigi, lasciando a Torino il grande amore, Ada, e il loro bambino nato da un mese. Nel gelo della città straniera, mosso da una febbrile ansia di progetti, di libertà, di rivoluzione, Piero si ammala. E Moraldo? Anche lui, inseguendo Carlotta, sta per raggiungere Parigi. L'amore, le aspirazioni, la tensione verso il futuro: tutto si leva in volo come le mongolfiere sopra la Senna. Che risposte deve aspettarsi? Sono Carlotta e Piero, le sue risposte? O tutto è solo un'illusione della giovinezza? Paolo Di Paolo, evocando un protagonista del nostro Novecento, scrive “Mandami tanta vita” (Feltrinelli, pp. 168, 8 euro), un romanzo sull'incanto, la fatica, il rischio di essere giovani. (Red)

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