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direttore Paolo Pagliaro

A Monza torna in pista
il mito di Villeneuve

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Monza torna in pista <br> il mito di Villeneuve

MONZA: GILLES VILLENEUVE TORNA IN PISTA

Fino al 22 luglio il Museo del Monza Eni Circuit ospita la mostra “Gilles Villeneuve. Il mito che non muore”, che ripercorre la storia umana e sportiva di uno dei piloti più amati dal pubblico, il cui tragico incidente sul circuito belga di Zolder nel 1982, ha solo posto termine a una carriera breve ma intensa, lasciando a generazioni di appassionati il ricordo di un uomo che superava le difficoltà con il suo coraggio e che lo ha collocato nella leggenda della velocità. L’esposizione, a cui collabora il Museo Gilles Villeneuve di Berthierville, presenta oltre 150 fotografie di Ercole Colombo, reporter di sport tra i più apprezzati, una vita passata in Formula 1 dietro l’obiettivo delle sue reflex, utilizzate per ritrarre gli eroi del volante negli intensi momenti della gara e in quelli della vita privata. La rassegna è arricchita da alcune immagini provenienti dal Museo Villeneuve di Berthierville in Canada, da un video realizzato per l’occasione con una testimonianza di Mauro Forghieri, storico ingegnere motorista della Ferrari, oltre che da una sezione con altri oggetti e memorabilia legati al mito di Villeneuve. Il percorso espositivo segue un doppio canale, in cui alle immagini di Colombo fanno da contrappunto i testi di Terruzzi che accompagnano il visitatore lungo la vicenda biografica di Villeneuve. Il racconto, infatti, prende avvio proprio dal 1950, anno della nascita di Gilles, e analizza il periodo della giovinezza, quando comincia ad articolare la sua passione per i motori, attraverso le scorribande notturne alla guida delle auto del padre, partecipando alle prime gare di accelerazione, quindi gareggiando con le motoslitte, grazie alle quali inizia a costruirsi una certa notorietà. Del 1973 è il suo debutto nel mondo delle monoposto: Formula Ford, Formula Atlantic, Formula 2, sino all’esordio in Formula 1 con una McLaren, nel Gran Premio di Gran Bretagna. Siamo nel 1977, l’anno che sconvolgerà la sua esistenza e la sua carriera. Il 29 agosto, a Maranello, Villeneuve incontra per la prima volta Enzo Ferrari che, nel mezzo di un divorzio burrascoso da Niki Lauda, desidera ribadire la supremazia delle sue macchine rispetto al pilota. La trattativa è breve: Gilles debutta sulla rossa, il 9 ottobre, in Canada. “Quando mi presentarono quel piccolo canadese - ricordava Enzo Ferrari -, tutto nervi, riconobbi subito in lui il fisico di Nuvolari e mi dissi: Dagli una possibilità”. Con le sue fotografie, Ercole Colombo cattura appieno l’emozione del momento. La mostra raccoglie inoltre le immagini più significative e inedite di una carriera folgorante.

 

SIENA: BAUHAUS, OPERE DA TOCCARE

La galleria Santa Maria della Scala di Siena ospita, fino al 4 luglio, la mostra “Josef and Anni Albers. VIBE. Voyage Inside a Blind Experience” fruibile sia da soggetti normovedenti che da persone con disabilità visiva in cui le opere sono accompagnate da speciali tecnologie in grado di offrire a tutti i tipi di pubblico suggestioni tattili e uditive. La mostra nasce grazie a una collaborazione internazionale tra la galleria senese, l’Istituto dei Ciechi di Milano, Atlante Servizi Culturali, l’americana The Josef and Anni Albers Foundation e due sedi internazionali che ospiteranno in seguito la mostra: il The Glucksman della University College Cork in Irlanda e il Museo di arte contemporanea di Zagabria, in Croazia. La mostra ruota intorno alle opere di Josef Albers (1888 –1976), pittore, designer, insegnante e teorico del colore ed Anni Albers (1899 - 1994), tessitrice, pittrice e insegnante, protagonisti di una collaborazione iniziata alla Bauhaus e durata tutta una vita, tra le più pionieristiche del ventesimo secolo. I visitatori possono toccare per la prima volta cinque opere originali degli Albers: Rail, un tessuto che Anni produsse ad uso commerciale negli anni ‘50; Montanius III, una stampa a rilievo in cui Anni tenta di manipolare la forma; Intaglio Duo E, altra stampa effettuata senza inchiostro né colori ma solo esponendo le linee in rilievo; Homage to the Squaree Color study per Homage to the Square, due opere non finite di Josef in cui si possono percepire i differenti spessori degli impasti, la stesura a spatola e le correzioni in gesso. Per la visita sono state predisposte delle audioguide, progettate insieme a Tooteko, uno spin-off dello IUAV di Venezia, che ha prodotto un dispositivo che consente di esplorare con il tatto superfici tridimensionali a rilievo e di ricevere informazioni audio pertinenti e localizzate. Un’intera sezione mette in relazione le copertine da Josef Albers disegnate per la CommandRecords con le musiche contenute nei relativi vinili. Nel percorso espositivo è anche possibile toccare dodici riproduzioni in resina delle opere in mostra.

 

MILANO: ITALIA-CINA, IN DIALOGO TRA TEATRO E STORIA

Fino al 15 luglio la mostra “The Szechwan Tale. China, Theater and History” (Cina, Teatro e Storia) nello scenario del FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano ripercorre la storia delle relazioni tra Oriente e Occidente attraverso i grandi temi del teatro e della storia, trattando questi argomenti all’interno di un percorso espositivo unico, concepito come un meta-teatro in cui più di trenta di artisti internazionali e cinesi forniscono una decostruzione degli strumenti della macchina teatrale – il pubblico, il sipario, l’attore (l’automa, il puppet, il teatro delle ombre), i costumi e la scenografia (ambiente mutabile e immutabile), il testo e la musica – come metafora di altrettanti fenomeni sociali e del loro carattere storico. La mostra è una evoluzione del progetto che il curatore Marco Scotini ha realizzato ad Anren, antica città del Sichuan in Cina, all’interno della prima Biennale di Anren (ottobre 2017 – febbraio 2018), intitolata Today’s Yesterday, con l’aggiunta di ulteriori artisti cinesi di fama internazionale. Le opere d’arte in mostra spaziano dalla pittura alla fotografia, dall’installazione ai video e ai film/documentari e provengono da prestigiose collezioni private. Il titolo della mostra è un riferimento all’opera teatrale The Good Person of Szechwan (L’anima buona del Sezuan) di Bertolt Brecht del 1938, messa in scena al Piccolo Teatro da Strehler nel 1957-58. Altra figura importante per la mostra è Mei Lanfang (1894-1961), uno dei più importanti attori della storia del teatro cinese moderno, che ha influenzato il teatro d’avanguardia russo e poi tedesco. Non mancano i riferimenti all’opera lirica, con la presenza in mostra del costume della soprano Gina Cigna, indossato negli anni ‘30 per la Turandot di Puccini al Teatro alla Scala.

 

CAGLIARI: LE FOTO AEREE DALL’ARCHIVIO AERONIKE

Ideata e realizzata da Compagnia B, la mostra “Volare”, fino all’1 luglio a Cagliari, al Centro comunale Il Ghetto, espone al pubblico per la prima volta una selezione di foto aeree dall’archivio storico dell’Aeronike in una mostra fotografica e multimediale. Sistemi di visualizzazione in stereoscopia e in realtà virtuale, ricostruzioni 3D, mappe navigabili, giochi didattici, mappe digitali e una piattaforma in cui i fotogrammi delle immagini aeree sono resi disponibili anche in formato digitale e consultabili con i supporti elettronici. E ancora, visite guidate, laboratori e spettacoli teatrali. Il progetto è finanziato dalla Regione Sardegna (POR - FESR), Comune di Cagliari e Fondazione di Sardegna. L’iniziativa, inserita nel cartellone della manifestazione Cagliari Paesaggio, è realizzata con il sostegno di Aeronike, Comune di Cabras, Consorzio Camù e Ordine degli ingegneri di Cagliari.

 

SALERNO: DAVIDE TUNDIS E LA LUCE DELLA CALABRIA

Davide Tundis ha presentato presso Virvelle, a Salerno, la mostra “Le forme della luce” che presenta i suoi lavori fotografici dedicati ai luoghi della natura aspra e impetuosa del Tirreno cosentino in contrapposizione alle forme dolci del paesaggio molisano per convergere, in ultima istanza, verso gli ambienti cittadini della street photography. Tre scenari diversi per tre tappe: “La riviera dei colori: natura e paesaggi del Tirreno cosentino”, “Il Molise r(esiste): viaggio fra uomo, paesaggio e architettura nella regione più dimenticata d’Italia” ed “Ombre d’argento: fotografia concettuale con tecniche analogiche”. Nato a Salerno nel 1994, cresciuto nella provincia di Cosenza, Davide Tundis ha imparato a fare delle luci della Calabria la propria tavolozza colorata per rappresentare il mondo attraverso l’obiettivo di una fotocamera, in equilibrio fra icona e immagine, segno e simbolo, astrazione e rappresentazione, alla ricerca di quella ricetta capace di trasformare una fotografia in un attimo infinito.

(© 9Colonne - citare la fonte)