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Festival dell’Economia,
la parola agli esperti

Festival dell’Economia, <br> la parola agli esperti

Ha preso il via giovedì 31 maggio e chiuderà i battenti domani il Festival dell’Economia di Trento giunto quest’anno alla sua 13esima edizione. Economisti, scienziati ed esperti provenienti da ogni parte del mondo, si occupano per 4 giorni di un tema estremamente interessante: “Lavoro e Tecnologia” in un momento storico in cui è forte l’investimento sull'innovazione. Di seguto le interviste ad esperti che hanno portato il loro contributo al Festival.

SACCHI  (INAPP): NON SAREMO SOSTITUITI TUTTI DA ROBOT I robot non devono farci paura. “Non saremo sostituiti tutti quanti dai robot. Le mecchine oggi non sono ancora così evolute da sostiture gli esseri umani” assicura dal Festival dell’Economia di Trento Stefano Sacchi: presidente dell'Inapp, l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche che da dicembre 2016 ha preso il posto dell'Isfol, di cui è stato commissario straordinario.  Docente di Scienza politica all'Università di Milano e non-resident fellow del Collegio Carlo Alberto, Sacchi è stato visiting a Berkeley, Cornell e University of Washington. Intervenuto all’incontro “Innovazone tecnologica e disuguaglianza sociale: quale rapporto nel XXI  secolo?” Sacchi ha sottolineato: “Sarebbe difficile sostituire gli uomini con le macchine. Quello che sta accadendo anche in Italia,  però, è che ci sono alcune professioni a rischio di sostituzione non in sé ma perché i ‘pezzi’ di lavoro che le compongono  possono essere sostituiti. Tutte le professioni sono fatte da alcuni ‘pezzi’. Alcune professioni sono maggiormante a rischo di sostituzuione da parte delle macchine e queste, in particolare, sono quelle spesso definite ‘da colletti bianchi’. Immaginiamo i contabili o le funzioni di segreteria. Non che non serviranno più i contabili o i segretari o le segretarie. Ma probabilmente ‘pezzi’ del loro lavoro saranno svolti da macchine e quindi ne serviranno di meno. Mentre invece continueranno ad essere domandate dal mercato sia professioni ad alto contenuto tecnologico e ad elevate competenze, sia professioni che invece hanno il loro punto di forza nel contatto con la clientela.Tutte  quelle relative e ai servizio alla persona (badanti, camerieri, assistenti familari).  Occorre investire – ha concluso Sacchi a 9colonne - nelle nuove professioni che non sono  sostituibili perché quello che conta sono le competenze trasversali: la capacità di risolvere i problemi”. (1 giu – Gil)

GIG ECONOMY, MARTA FANA: FENDERE LA PARTE PIÙ DEBOLE, I LAVORATORI In un mondo del lavoro che sta cambiando è necessario ora come non mai “difendere la parte più debole, che rimangono i lavoratori”. Lo ha detto a 9colonne Marta Fana economista e autrice di "Non è lavoro, è sfruttamento” a margine del convegno, al Festival dell’Economia di Trento, dal titolo “Gig economy, lavoro o lavoretti?” curato da lavoce.info.  Un numero sempre più alto di mestieri tende a essere svolto oggi da freelance e si polarizza tra quelli ad alto valore aggiunto e quelli con remunerazioni molto ridotte. Le piattaforme che organizzano le relazioni tra domanda e offerta stanno crescendo in termini finanziari conquistando l'effetto-rete, puntando sull'efficienza tecnica, rifiutando di assumere i prestatori d'opera. Ma come evolveranno le relazioni di lavoro in questo contesto? I contratti per questi lavoretti resteranno molto diversi da quelli più garantiti? Questi gli interrogativi emersi nel dibattito. “Quando il lavoro diventa lavoretto è quasi uno strazio – ha aggunto l’economista – diventa un dramma per chi lo fa. Spesso si accetta il lavoretto perché le alternatve sono nulle. Quello che succederà in futuro-se avremo più lavoro o più lavoretti – dipenderà da quanto la democrazia ritornerà o meno ad interagire sui contratti  di lavoro e l’organizzaione di lavoro. Sarà una scelta poltica”. (Gil / PO – 2 giu)

ZENI (TRENTO): TECNOLOGIA PER RIVOLUZIONARE LA SANITA' "La tecnologia può davvero rivoluzionare la sanità e in particolare il rapporto tra ospedale e territorio". Così a 9Colonne Luca Zeni, assessore alla Salute della Provincia autonoma di Trento. Al Festival dell'Economia si parla quest'anno di "Lavoro e tecnologia" e nell'era digitale anche il lavoro nell'ambito sanitario sta cambiando velocemente. "Uno dei problemi che oggi esistono in particolare nelle zone di montagne è il rapporto tra valle e città - ha detto Zeni -, la tecnologia consente di avere servizi nuovi che facilitano i territori e quindi può cambiare molto". L'innovazione tecnologica nel mondo della salute è una sfida e il Trentino è pronto a vincerla: "Noi oggi stiamo puntando a una serie di servizi che sono legati alla prevenzione - ha proseguito l'assessore -, oggi per esempio presentiamo una app che abbiamo realizzato come ente pubblico (siamo l'unico territorio che a nostra conoscenza realizza un progetto di questo tipo) e che mette a sistema le reti pubbliche e private stimolando gli stili di vita con un sistema premiale". Secondo l'assessore infatti " le penalizzazioni magari aiutano a fare cassa ma poi non aiutano davvero la prevenzione. Con questa app invece se segui le indicazioni personalizzate hai incentivi personali (sconti in palestra o nei negozi di sport) e sociali (destinati a progetti e associazioni di volontariato) in modo da ricostruire reti sociali". "La salute - ha concluso Zeni - è un progetto non solo individuale ma di contesto". (Sip)

COLLINI (UNITRENTO): COMBINARE CONOSCENZE PER SVILUPPO D'IMPRESA "La ricerca produce conoscenza e la conoscenza si trasforma in innovazione, anche d'impresa, quando riesce ad andare incontro alla soluzione di problemi. Bisogna combinare conoscenze scientifiche e tecnologiche con conoscenze di altra natura, anche sociali, economiche e manageriali, per capire come la conoscenza tecnologica e la scienza possono risolvere problemi concreti". Così a 9Colonne Paolo Collini, rettore dell'Università degli Studi di Trento, durante il Festival dell'Economia. "Questa è la nostra mission - ha sottolineato Collini -, il modo in cui cerchiamo di contribuire a far crescere il sistema della conoscenza e il sistema economico in cui siamo collocati". Secondo il rettore dell'Università di Trento "in questo territorio ci riusciamo abbastanza bene grazie a un sistema integrato di soggetti di alta ricerca e di alta formazione ma anche grazie a un sistema locale orientato al sostegno delle imprese". (Sip)

PROFUMO (FBK): MODELLO TRENTINO REPLICABILE Il trasferimento tecnologico avanzato è il cuore dello sviluppo del sistema imprenditoriale: la ricerca si indirizza verso vaste implementazioni in azienda, creando opportunità di spin off e startup tecnologiche. Di questo si è parlato al Festival dell'Economia di Trento in un incontro dedicato al trasferimento tecnologico e sviluppo d'impresa. Un evento lanciato da Hit - Hub Innovazione Trentino, che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il sistema della ricerca trentino per favorire lo sviluppo dell’economia locale. "E' una realtà di grande interesse per il nostro Paese - ha detto a 9Colonne Francesco Profumo, presidente della Fondazione Bruno Kessler -. I suoi soci sono i generatori di conoscenza: l'Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e Trentino Sviluppo". Un insieme di soggetti "molto interessanti" che oggi a Trento hanno animato un "dibattito concreto - ha continuato Profumo - partito dalla conoscenza e da come può essere aumentata in termini di valore e di quantità, e quali possono essere gli strumenti affinché questo si traduca in creazione d'impresa e di posti di lavoro". Secondo Profumo, ex presidente del CNR ed ex ministro dell'Istruzione, "il modello trentino è certamente scalabile e replicabile nel nostro Paese. Noi siamo disponibili a parlarne e a presentarlo". L'evento ha riunito gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione del Trentino per dialogare sulla rilevanza sempre maggiore che il trasferimento tecnologico avanzato rappresenta per lo sviluppo economico del territorio e la creazione di nuove idee e nuovi modi di fare impresa.  (Sip)

GALEONE (MIN. SALUTE): SANITA' DIGITALE A SOSTEGNO DELLA PREVENZIONE L'Innovazione tecnologica è una sfida nel mondo della salute. A che punto è l'Italia? "Nel 2016 il nostro Paese ha stipulato un'intesa Stato-Regione sul patto per la sanità digitale che impegna lo Stato e le Regioni ad attivarsi per un maggiore sviluppo tecnologico nel settore". Lo ha detto a 9Colonne Daniela Galeone - a capo della Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute - al Festival dell'Economia di Trento, che quest'anno è dedicato al tema "Lavoro e tecnologia". "Non stiamo parlando solo di dematerializzazione dei documenti, della possibilità di avere un fascicolo elettronico o la scheda sanitaria informatizzata, ma riguarda tutto ciò che ruota intorno alla salute del cittadino", ha continuato Galeone. "Dalla possibilità di gestire meglio alcune patologie, alla possibilità di supportare i sanitari della diagnosi e alla possibilità (e questa è un'innovazione ancora più recente) di utilizzare la sanità digitale per la prevenzione e la promozione della salute. E' importante in questo modo accompagnare il cittadino in tutto l'arco della vita affinché mantenga uno stile di vita sano. Questo consentirà sicuramente un miglioramento nella qualità della vita e una migliore ripartizione delle risorse in salute ottimizzando la situazione anche dal punto di vista economico". Gli italiani sono pronti ad accettare che sia un robot a curarli? "C'è una fascia ampia della popolazione pronta ad accettare l'innovazione tecnologica purché sappia che dietro c'è un sistema, anche pubblico, che supporta e purché sappia che il robot, o la struttura tecnologica a cui si affida, sia basata su un sistema di competenze e conoscenze che sia in grado di offrirgli soluzioni efficaci". (PO / Sip)

SEGRE' (FONDAZIONE MACH): AGRICOLTURA CHIEDE INNOVAZIONE Un tempo l'innovazione nei campi era rappresentata dal trattore, oggi ci sono droni, sensori e app. Qual è il contributo che la tecnologia può dare agli agricoltori di domani? Secondo Andrea Segrè, presidente della Fondazione Edmund Mach, "è molto alto - dice a 9Colonne nell'ambito del Festival dell'Economia - Non dobbiamo pensare al settore agricolo come un settore arretrato dove cala l'occupazione e aumenta l'età degli operatori. Stiamo intervenendo in questo settore applicando tanta ricerca". La Fondazione Mach svolge attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese, nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale. In questo percorso di innovazione tecnologica nel settore agricolo, la Fondazione Mach si dirige verso "una conversione di mentalità rispetto al digitale. Abbiamo una filiera dell'educazione che va dall'istituto agrario fino al dottorato di ricerca dove il trasferimento tecnologico è in campo a partire dal territorio - continua Segrè - Le aziende agricole domandano innovazione in modo da rendere sostenile l'agricoltura". Un esempio di agricoltura "smart and green"? "L'agricoltura di precisione dove si interviene sulle malattie delle piante con droni che mirano esattamente il parassita che sta danneggiando la pianta con la quantità giusta di antiparassitari. Questo elimina non solo gli sprechi ma anche l'inquinamento e rende molto efficace quel trattamento". (2 giu - Sip)

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