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direttore Paolo Pagliaro

'DAL DISASTRO RAGGI
LA RISCOSSA DEL PD'

“Quando convocai al ministero il tavolo per Roma molti nel Pd s'infuriarono. Ma che sei matto, dicevano. Aspettiamo che passi il cadavere di Raggi. Gli risposi: se va avanti così passerà prima il cadavere della Capitale”. Intervistato da Repubblica, Carlo Calenda ricorda il suo turbolento rapporto con la sindaca grillina. Dalla disponibilità del governo si passò presto alla totale incomunicabilità. Oggi Calenda dice che la vicenda dello stadio della Roma si poteva intravedere già in quello scontro. “Non penso che Raggi sia una persona cattiva né corrotta né parte di un sistema. È un'improvvisatrice, non controlla la situazione, non legge una carta. È dilettantismo allo stato puro. In questi casi il rischio è affidarsi a personaggi poco perbene e nascono i problemi penali”. Allora, “se la situazione precipitasse” Roma dovrebbe diventare il laboratorio di una riscossa che superi il Partito democratico, il suo simbolo, la sua storia. Se la situazione precipitasse – viene chiesto a Calenda - potrebbe dire di sì per fare il candidato sindaco di Roma? “Mi piace la politica industriale, internazionale ed economica. Non è la mia dimensione. Ma aggiungo: Roma può essere decisiva per preparare la riscossa. I municipi sono l'istituzione più vicina ai cittadini. È la dimensione dove è più facile mobilitare energie nuove. La capitale deve diventare l'occasione per costruire un fronte più ampio del Pd. Vinciamo solo se ci allarghiamo. Anche perché le strutture del Pd romane mi sembrino molto respingenti”. (15 giu - red)

 

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