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Russia, ai Mondiali
c’è un po’ di Italia

Russia, ai Mondiali <br> c’è un po’ di Italia

di Paolo Pagliaro

(18 giugno 2018) Secondo il presidente del comitato organizzatore, Alexei Sorokin, i Mondiali di Russia muoveranno in un mese più di 4 miliardi di euro e saranno dunque i più ricchi di sempre. L’impatto economico misurato nell’arco di un decennio sarà compreso tra i 22 e i 26 miliardi. Il solo investimento su stadi e infrastrutture è stato di 11 miliardi.

In Russia non c’è la nazionale azzurra ma c’è molta Italia. Codest, società friulana del gruppo Rizzani de Eccher attivo nell’edilizia e nelle infrastrutture, ha  ricostruito lo stadio  Dinamo di Mosca. Il campo di calcio è al secondo piano di un’Arena che può ospitare concerti, partite di basket o di hockey, oltre a un centro commerciale e a un parcheggio. Non esistono nel mondo altri impianti del genere .

Un’altra azienda friulana - la Cimolai di Pordenone – ha fornito 20 mila tonnellate di strutture metalliche per la copertura e la facciata di due stadi nel Sud della Russia. Cimolai aveva già al suo attivo lo stadio olimpico di Atene, lo stadio nazionale a Varsavia e lo stadio per i mondiali d’Africa 2010.

L’Arena di Volgograd, l’ex Stalingrado, utilizza i pannelli isolanti forniti da Isopan Rus del gruppo Manni, che ha sede a Verona.

La romagnola Technogym, leader mondiale nelle tecnologie per il benessere e lo sport, è fornitore ufficiale della Nazionale russa, oltre che di quella brasiliana.

Un po’ d’Italia c’è anche quando gioca l’Islanda, perché le sue maglie sono disegnate e prodotte da Errèa Sport, industria di abbigliamento parmense, In Russia sono presenti oltre 400 imprese italiane, con 43 mila dipendenti e un fatturato di 4 miliardi.   Le sanzioni rinnovate oggi per un anno dal Consiglio europeo  non hanno finora impedito che aumentassero gli investimenti e l’interscambio.

(© 9Colonne - citare la fonte)