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Migranti, si riapre
la rotta balcanica

Migranti, si riapre <br> la rotta balcanica

di Paolo Pagliaro

(21 giugno 2018) Sul tema migranti, il  contesto politico in cui l’Italia si accinge a far valere le proprie ragioni in ambito europeo non è dei migliori. Contribuiscono  a peggiorarlo le notizie in arrivo dal Mediterraneo orientale, dove sembra essersi riaperta quella rotta balcanica sbarrata nel 2016 grazie ai 3 miliardi di euro, rinnovabili, che l’Unione Europea ha versato alla Turchia.  Un recente comunicato di Frontex, l’agenzia europea deputata al controllo delle frontiere esterne,  ci ha informati che nei primi quattro mesi di quest’anno gli  arrivi di migranti lungo la cosiddetta rotta balcanica sono stati 14.900, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E questo mentre gli arrivi in Italia sono diminuiti di oltre il 70%. Da qualche mese, le organizzazioni della società civile e i media balcanici segnalano l’apertura di una nuova rotta, che dalla Grecia conduce i migranti (perlopiù siriani, iracheni e afgani) attraverso l’Albania e la Bosnia, fino alla frontiera croata. A quel punto basta percorrere poche decine di chilometri per arrivare in Slovenia (e quindi in area Schengen). Il direttore del Forum Internazionale di Ricerche sull'Immigrazione, Ferruccio Pastore, segnala su neodemos il  pericolo che la tensione politica intorno alla questione migratoria possa tornare a crescere lungo i confini interni dei Balcani, molti dei quali furono fronti di guerra fino non molti anni fa. Il rischio è che migranti e rifugiati possano diventare il detonatore, incolpevole e inerme, di una conflittualità mai davvero sopita. 

 

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