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direttore Paolo Pagliaro

STEREOTIPI: PER UOMINI
PREGIUDIZI AUTOMATICI

STEREOTIPI: PER UOMINI <br> PREGIUDIZI AUTOMATICI

Professione e stereotipi di genere: gli uomini hanno pregiudizi “automatici” più marcati rispetto alle donne. Misurando i potenziali bioelettrici cerebrali che derivano dall’attività mentale dei partecipanti, la sperimentazione portata avanti nei laboratori dell’Università di Milano-Bicocca ha evidenziato la presenza di risposte automatiche ampie e precoci in presenza di elementi che contrastano con gli stereotipi di genere, soprattutto negli uomini. I dati raccolti suggeriscono quindi una differenza di genere nella stereotipizzazione relativa all’occupazione. Lo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain and Language. Lo scopo della ricerca: indagare le basi neurali della rappresentazione degli stereotipi e in particolare la presenza di pregiudizi di genere.  Questi stereotipi di tipo occupazionale che riguardano la professione di uomini e donne non si formano in modo volontario e non riguardano la nostra concezione morale della società, ma sono rappresentazioni mentali in una certa misura inconsce ed inconsapevoli che si legano alle nostre aspettative, trovano la loro origine nella nostra esperienza di vita e nell’esposizione ai media. Secondo i ricercatori, le donne li recepiscono diversamente perché vivono alcuni di questi pregiudizi soggettivamente, sulla propria pelle, mentre gli uomini li osservano prevalentemente nell’ambiente esterno.

Come hanno fatto i ricercatori a raggiungere queste conclusioni? A tutti coloro che hanno partecipato alla sperimentazione sono state presentate centinaia di frasi in italiano, tra le quali alcune costruite ad arte per creare determinate aspettative e poi confermare o violare pregiudizi di genere come l’associazione in campo professionale di forza fisica e potere agli uomini, e di empatia, delicatezza e cura del prossimo alle donne. Alcuni esempi di frasi non congruenti con questi pregiudizi, con personaggi maschili, erano: “Preparò il sugo e si fece la barba”; “Lasciò il pattinaggio artistico quando divenne padre”; “Stese i panni e raggiunse la moglie”. In modo speculare, con personaggi femminili: “Il notaio sta allattando”; “Cadendo dal tetto, l’antennista si è quasi ammazzata”; “L’ingegnere ha macchiato la sua gonna”. Statisticamente è stato individuato un picco nel potenziale elettrico N400: quando la frase terminava in modo da rivelarsi incongruente con lo stereotipo di genere si attivavano varie regioni cerebrali, alcune delle quali coinvolte anche nella rilevazione delle violazioni semantiche e sintattiche, quasi come se si trattasse di un errore grammaticale. Le differenze maggiori, rispetto alle reazioni riscontrate di fronte a frasi neutre o congruenti con gli stereotipi, sono state osservate nei partecipanti maschi: la risposta automatica a N400 era infatti particolarmente precoce, dai 250 ai 400 millisecondi. (red - 14 set)

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