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direttore Paolo Pagliaro

LAVORO, L’OCCUPAZIONE
TORNA AI LIVELLI PRE-CRISI

LAVORO, L’OCCUPAZIONE <br> TORNA AI LIVELLI PRE-CRISI

Nel secondo trimestre 2018 si osserva una significativa crescita dell’occupazione sia rispetto al primo trimestre sia a livello tendenziale, in leggera accelerazione rispetto al trimestre precedente. E’ quanto emerge dalla Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione pubblicata oggi da Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail ed Anpal. Le dinamiche del mercato del lavoro si sono sviluppate in un contesto di lieve rallentamento della crescita del Pil (+0,2% in termini congiunturali e +1,2% su base annua) rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti; l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) registra una dinamica più rapida di quella del Pil a livello congiunturale (+0,4%) e più lenta su base tendenziale (+0,9%). Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 58,7%, in notevole crescita (+0,5 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente, l’aumento interessa tutte le classi di età (anche a livello tendenziale). L’indicatore supera di oltre tre punti il valore minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%), tornando ai valori pre-crisi e sfiorando il livello massimo del secondo trimestre del 2008 (58,8%). In particolare prosegue la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+2,0%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+2,6%, Istat, Rilevazione Oros). Ciò trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate (+425 mila posizioni lavorative nel secondo trimestre 2018 rispetto al secondo del 2017) e nei dati dell’Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+392 mila posizioni lavorative al 30 giugno 2018 rispetto al 30 giugno 2017). L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda tutte le classi dimensionali d’impresa.

IL LAVORO INDIPENDENTE - Dopo cinque trimestri di riduzione il lavoro indipendente torna a crescere a livello sia tendenziale (+30 mila occupati, +0,6%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia congiunturale (+89 mila occupati, +1,7%). Le posizioni lavorative dipendenti presentano, nei dati destagionalizzati, un incremento congiunturale soprattutto nei settori dei servizi e nell’industria. Nel secondo trimestre 2018, in base alle CO, le attivazioni sono state 2 milioni 497 mila e le cessazioni 2 milioni 411 mila, determinando un saldo positivo di 86 mila posizioni di lavoro dipendente. La crescita riguarda soprattutto i servizi (+71 mila posizioni) e l’industria in senso stretto (+12 mila). Andamenti analoghi si riscontrano nelle posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo (Istat, Rilevazione Oros) dove la variazione congiunturale di +0,4% (+49 mila posizioni) è dovuta a un aumento lievemente maggiore nei servizi (+0,4%, +36 mila posizioni) e meno intenso nell’industria in senso stretto (+0,3%, +12 mila); anche nelle costruzioni si osserva una variazione positiva ma più contenuta (+0,2%, +2 mila). Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle CO riguarda sia le posizioni a tempo indeterminato (+53 mila) sia quelle a tempo determinato (+34 mila). Se le prime crescono per il secondo trimestre consecutivo, a ritmi più accentuati per un aumento delle trasformazioni, le posizioni a termine aumentano ininterrottamente dal secondo trimestre 2016. Secondo i dati tendenziali delle CO l’incidenza delle attivazioni a tempo determinato è pari all’80,3%, in aumento rispetto al 78,2% registrato nel secondo trimestre del 2017. In termini di saldi tra attivazioni e cessazioni, su base annua e a ritmi meno intensi, l’aumento del lavoro dipendente a tempo determinato continua per il nono trimestre consecutivo (+361 mila). (Red – 18 set)

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