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direttore Paolo Pagliaro

Ecco i mercati
in carne e ossa

di Paolo Pagliaro

(5 ottobre 2018) E’ legittimo pensare che i mercati e lo spread siano strumenti della propaganda nemica, spauracchi agitati per impedire il cambiamento.
E’ legittimo ma sbagliato. Ha provato a spiegarlo, in una lezione tenuta questa mattina all’università di Venezia, il numero due della Banca d’Italia Salvatore Rossi, ricordando che i mercati altro non sono che i risparmiatori, ovvero i denari che essi affidano a banche, fondi di investimento e società di gestione. Lo scopo di questi intermediari è ricavare il rendimento più alto possibile a parità di rischio, facendo così contenti i propri clienti. Simpatie e antipatie politiche sono fuori dei loro circuiti mentali.
I mercati leggono giornali, guardano tv e social media, ascoltano dichiarazioni politiche e cercano di capire se vale la pena o no investire. E non c’è dubbio, ha osservato Rossi, che oggi i mercati siano innanzitutto preoccupati del debito pubblico italiano, che, come sanno ormai anche i sassi, ha superato i 2.300 miliardi di euro, ovvero il 130 per cento del PIL di un anno.
Un signor Mercato in carne e ossa è stato intervistato questa mattina dal Sole 24 Ore . Si tratta di Yngye Slyngstad, ceo del più grande fondo sovrano del mondo, quello norvegese, che gestisce mille miliardi di dollari.
Il fondo possiede azioni di 127 società italiane per oltre 11 miliardi e ha investito altri 6 miliardi in titoli di stato e bond Al Sole, Slyngstad ha detto che le crisi politiche non hanno effetto sul portafoglio del fondo che ha intenzione di continuare a investire in Italia. Tutto cambierebbe, però, se il rating del debito italiano scendesse a livello junk, spazzatura, soglia alla quale l’Italia è pericolosamente vicina. In quel caso anche Oslo dovrebbe sbarazzarsi dei suoi impieghi italiani.

(© 9Colonne - citare la fonte)