Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

''Eduardo per i nuovi'
in scena a Firenze
e a Napoli

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

''Eduardo per i nuovi' <br> in scena a Firenze <br> e a Napoli

“EDUARDO PER I NUOVI” DI GIANFELICE IMPARATO A FIRENZE E A NAPOLI

“Eduardo per I Nuovi”, in scena fino al 7 ottobre al Niccolini di Firenze e dall’11 al 14 ottobre al Nuovo di Napoli, è il titolo, emblematico, di un articolato progetto sulla drammaturgia del grande autore promosso dalla Fondazione Teatro della Toscana e realizzato, in collaborazione con la Elledieffe, dal regista Gianfelice Imparato insieme ai giovani attori de iNuovi. Un percorso di conoscenza, formazione e messa in scena di testi scelti dal repertorio del drammaturgo napoletano, affidati ad una compagnia composta da giovani attori italiani. Si tratta appunto de iNuovi, nutrito gruppo di diplomati alla fiorentina Scuola di Teatro Orazio Costa, gli stessi che oggi, grazie ad una scelta coraggiosa e senza precedenti nel nostro Paese, hanno ricevuto dalla Fondazione Teatro della Toscana l’incarico di gestire tutte le attività dello storico Teatro Niccolini di Firenze. L’attenzione verso i giovani, tema caro agli stessi Eduardo e Luca De Filippo, è il formidabile punto di contatto tra i diversi soggetti fautori e protagonisti dell’impresa. La possibilità di estendere la conoscenza del grande patrimonio culturale rappresentato dalle opere di Eduardo attraverso un laboratorio dedicato a giovani generazioni di attori è stato il motivo appassionante del lavoro di scavo e di traduzione realizzato a Firenze, dallo scorso mese di maggio, da Gianfelice Imparato. Con iNuovi, età compresa tra i 18 ed i 24 anni, Imparato ha affrontato il repertorio comico di Eduardo, attraverso gli atti unici Pericolosamente, I morti non fanno paura, Amicizia nonché la prima parte di Uomo e Galantuomo. “I testi scelti – sottolinea il regista ed attore Gianfelice Imparato - hanno in comune la drammaticità delle situazioni di cui la sapiente scrittura di Eduardo ha saputo mostrare il risvolto comico. La disperazione, il cinico egoismo, il bisogno, il tradimento, la morte. Sono queste le condizioni e i sentimenti che producono le azioni di questi atti unici”. Attraverso il percorso di formazione, che ha coinvolto l’intero gruppo di lavoro anche sulla traduzione in italiano delle parti originariamente in napoletano di queste opere, Gianfelice Imparato ha infine affidato l’interpretazione dei diversi ruoli agli attori Francesco Grossi, Filippo Lai, Athos Leonardi, Claudia Ludovica Marino, Luca Pedron, Laura Pinato, Nadia Saragoni, Erica Trinchera, Lorenzo Volpe. “Giovani attori – aggiunge Imparato – di varie regioni d’Italia e questo mi ha fatto pensare dal primo momento di farli recitare tutti in italiano anziché in un napoletano stentato ed inevitabilmente inverosimile. Questo è inoltre servito anche a far comprendere che i meccanismi della comicità nascono innanzitutto da una buona drammaturgia e che sono declinabili in qualsiasi lingua. Ed infine è utile a dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che il teatro di Eduardo ormai tradotto in tutto il mondo non è relegabile in un ambito regionale”. In Pericolosamente, scritto da Eduardo De Filippo nel 1938, Michele, appena tornato dall’America, chiede una stanza in affitto al suo amico Arturo. Ma appena si reca a casa dell’amico per prendere accordi, scopre che Arturo tenta di “domare” la moglie, quasi fosse una leonessa da circo, in un modo assai bizzarro. Ne I morti non fanno paura del 1926 l’improvvisa dipartita di don Gennaro raccoglie amici e parenti in una veglia dai risvolti improbabili. Come reagirà don Enrico, affittuario della vedova Amalia, quando al suo rientro scoprirà la sua stanza trasformata in una camera ardente? Amicizia, datato 1952, inizia con Alberto Califano che da tanti anni non fa visita al suo amico Bartolomeo Ciaccia. Quando lo incontra, viene a sapere che l'uomo è ormai alla fine dei suoi giorni. L'amico si ritrova a dover interpretare diversi ruoli per venire incontro alle esigenze del malato. Nel finale sarà proprio Alberto a essere colpito da una confidenza inaspettata. Infine, Uomo e galantuomo (che nasce come atto unico, scritto nel 1922 da Eduardo per Vincenzo Scarpetta e messo in scena nel 1924 con il titolo Ho fatto il guaio? Riparerò!), racconta le avventure di una scalcagnata compagnia teatrale che si incrociano con le vicende amorose del gestore dell’albergo in cui lavorano, dando vita a una serie di equivoci che si risolveranno tra una prova e l’altra. “La scena è deliberatamente scarna – conclude il regista – a voler sottolineare che la buona drammaturgia, anche quella comica, non ha bisogno di molti orpelli. Voglio che lo spazio sia occupato principalmente dagli attori, dalle loro essenziali movenze. Voglio che risuoni delle sapienti battute dette con la maestria che stanno conquistando in questo genere”. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione che la Fondazione Teatro della Toscana ha posto in essere con la Elledieffe, la Compagnia di Luca De Filippo oggi diretta da Carolina Rosi. Una collaborazione che proseguirà ancora nei prossimi anni. “Eduardo per I Nuovi”, che di fatto costituisce la prima tappa di questo articolato progetto, è in “prima” al Teatro Niccolini di Firenze, e poi ad una nuova cosiddetta “prova del pubblico” nel debutto annunciato a Napoli giovedì 11 ottobre (repliche fino a domenica 14) al Teatro Nuovo di Via Montecalvario.

 FOTO: FILIPPO MANZINI

L’AR.MA TEATRO DI ROMA TRA CLASSICI E DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA

L'Ar.Ma teatro di Roma (via Ruggero di Lauria 22) spalanca il sipario sulla sua terza stagione. Lo spazio diretto da Daria Veronese anche quest'anno vede alternarsi sul suo palco tantissime compagnie provenienti da diverse zone d'Italia. Autori classici e contemporanei, testi conosciuti e inediti, musica, danza e rassegne saranno i protagonisti di questo nuovo e ricco cartellone. “Non è mai semplice selezionare gli spettacoli per la stagione” afferma la direttrice “ma sono certa di aver scelto lavori di spessore che possano trasmetteranno  bellissimi messaggi al pubblico di questo teatro”. Dal 5 al 7 ottobre Fausta Manno e Gianni Silano propongono uno spettacolo di narrazione che recupera la radice popolare della memoria: Filicunti. Nella stanza del telaio e del dialetto propri della cultura meridionale e calabrese si raccontano i “nodi” del filo drammaturgico: la nascita, l’amore e l’abbandono, la fame, la morte e la festa… Il loro intreccio crea una ragnatela, simbolo dell’ordito che creano gli eventi nella vita degli uomini. Dal 12 al 14 ottobre sarà in scena Reginella, di e con Manuela Rossetti, con musiche originali dal vivo di Laura Desideri. Lo spettacolo, caratterizzato da elementi di teatro narrativo, teatro-danza e dalla musica dal vivo, racconta la storia dell’ unica superstite donna del rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, Settimia Spizzichino. L’intento è quello di avvicinare il pubblico alla tematica della Shoah e della memoria attraverso un lavoro emozionale oltre che storico. Uno spettacolo sulle dipendenze e sull'urgenza del vivere quello scritto e diretto da Giada Villanova, che la vede protagonista insieme a Simone Boscarino dal 19 al 21 ottobre. Cosacattiva è un grido sul bisogno di andare dentro noi stessi e vedere cosa realmente siamo oltre a quello che vediamo attraverso gli occhi degli altri. Cosacattiva è tutto quello che ci appaga e al tempo stesso ci intossica, è l’esplorazione di quel filo invisibile e misterioso che lega l’essere umano alla dipendenza perché, qualunque essa sia, nessuno può dirsi immune.

 

ROMA: LA BELVA GIUDEA AL TEATRO COMETA OFF

 

 Dopo aver vinto il premio Miglior Regia allo Short Lab 2018, La Belva Giudea il testo scritto e interpretato da Gianpiero Pumo e diretto da Gabriele Colferai debutta nella versione integrale al Teatro Cometa Off di Roma dall'11 al 14 ottobre (via Luca della Robbia 47) Cinque capitoli, cinque round che, attraverso la boxe, raccontano la storia vera della Belva Giudea. È questo il nome che fu dato ad Herzko Haft durante la sua carriera da pugile nei campi di concentramento tedeschi. Internato alla sola età di quattordici anni, Herzko non si è mai arreso al suo destino e ha combattuto il nazismo guidato dall’amore per Leah. Dotato di una buona stazza muscolare e una notevole resistenza fisica, venne scelto da un ufficiale delle SS come “volontario” per incontri di boxe fra prigionieri. Herzko vinse 75 incontri. Una volta libero, sbarcò in America sotto il nome di Harry Haft per ritrovare Leah. Doveva far apparire il suo nome su tutti i giornali per farle sapere che anche lui era fuggito negli States. E c’era un solo modo per farlo: sconfiggere il campione del mondo dei pesi massimi, Rocky Marciano. Uno spettacolo che osa unire cinema e teatro. Per far sì che una pagina così difficile della nostra storia non ci sembri troppo lontana da non potersi ripetere, ho scelto di assecondare il ritmo della scrittura fondendo performance teatrale e mezzo cinematografico. Le riprese live permettono di scoprire dettagli e fragilità del protagonista, un pugile in carne e ossa che lotta, suda e si racconta. Questo per riunire un pubblico diviso tra cinema, serie tv e un teatro sempre più dimenticato. 

 

 

LA “PACE FISCALE” APPRODA AL TEATRO TIRSO CON “AFFARI DI FAMIGLIA”

Quando i conti non tornano la rottamazione mette tutti d'accordo. Singolare iniziativa del Teatro Tirso De Molina di Roma (via Tirso 89) in occasione del debutto dello spettacolo “Affari Di Famiglia”, in scena dal 3 al 21 ottobre, durante il quale sarà applicata una sorta di "Pace fiscale" per consentire al pubblico di avere la cultura a portata di mano. I vecchi biglietti relativi all'anno corrente, provenienti da qualsiasi altra struttura (cinema, teatro, concerti, mostre), potranno essere consegnati al botteghino e rottamati in cambio di un nuovo ingresso al 40% di sconto. Entusiasta della proposta l'intero cast a partire da Milena Miconi, nel ruolo di una bellissima contabile dal passato misterioso che dovrà fare i conti  con un'equazione imperfetta: "i sentimenti umani", sul palco insieme ai tre giovani talentuosi attori: Andrea Dianetti, Gabriele Carbotti, Fabirizio D'Alessio. Una commedia degli equivoci, pronta a dispensare risate, che vede il ritorno sul palco dell'attrice nei panni di Giulia, una donna trascurata dal marito, dal temperamento fragile e figlia del nostro tempo. Il suo lavoro di contabile per l’azienda di famiglia la logora, così come il suo matrimonio con il cinico Gianni, titolare delle Pompe Funebri “Ciceri e figli”. Una tipica esistenza piatta e senza stimoli che un giorno, inaspettatamente, si trasforma entrando in un bar.  Dal classico tran tran in "bianco e nero" la protagonista passa ad una modalità a colori e la sua esistenza cambia di colpo sotto gli occhi di Edoardo, cameriere affetto da una buffa patologia psichica che lo porta ad avere una multi-personalità ai limiti del grottesco. L’incontro con Alex, un fattorino timido e a lei affine, la porterà a mettere in dubbio le sue sbiadite certezze ed evidenziare i suoi dubbi, fino a trascinarsi in un vortice di passione e tradimento. Finché non si troverà costretta a prendere una decisione, terribile e inaspettata. Tra frenetici cambi scena e ritmi comici serratissimi, Giulia, Alex, Gianni ed Edoardo si troveranno a mettere a confronto le loro disperazioni in quella che è una vicenda attuale e moderna, ridendo di gusto sulla nostra quotidianità.

 

ALTROVE TEATRO STUDIO, IN SCENA “L’AMORE, LA MORTE E LE TASSE”

Venerdì 12 ottobre, l’Altrove Teatro Studio di Roma (via Giorgio Scalia, 53) inaugura la Stagione 2018/2019 con lo spettacolo L’Amore, la Morte e le Tasse, liberamente tratto dal soggetto di Zach Helm. Fino a domenica 14 ottobre, i padroni di casa Ottavia Bianchi e Giorgio Latini – che ne cura anche la regia – saranno in scena con Patrizia Ciabatta, Alessandro Lori e Giulia Nervi. Come un basso continuo, il ticchettio rapido e insistente di una macchina da scrivere, una voce di donna che racconta la storia di un uomo implicato in una vita apparentemente banale. Un’esistenza scandita da infiniti numeri, incessanti calcoli e da una profonda solitudine. Harold potrebbe trascorrere tutta la sua esistenza in questo limbo di silenzio e inutilità se un giorno questa voce non cominciasse a perseguitarlo per annunciare la sua imminente morte. Così inizia il viaggio più importante della vita di questo stralunato agente delle tasse, alla ricerca spasmodica di una salvezza. Si imbatterà in vari personaggi che concorreranno, tutti, ognuno a proprio modo, a dipanare la trama della sua vita: uno psicologo delle risorse amane, un eccentrico professore di letteratura, un’affascinante fornaia. Riuscirà, forse, a scoprire a chi appartiene la voce che sembra giocare col suo destino, domandandosi fino all'ultimo respiro quale sarà il finale tanto atteso della sua strana storia: commedia o tragedia? Liberamente tratto dall'arguto testo di Zach Helm e riadattato nella drammaturgia da Giorgio Latini, lo spettacolo mette in scena cinque attori, cinque ritmi vitali differenti, rinchiusi dalla luce dei loro angusti spazi vitali. Muovono sentimenti e oggetti quotidiani in un disordine comune simile al caos della vita in cui c’è sempre l’orologio di qualcuno a fare da memento mori. Qualche breve momento di calma, indispensabile e dolce pausa tra due dolori, fino al loro incedere verso l’epilogo finale. Se ci fermassimo a riflettere un momento, questa dura realtà riguarderebbe molti di noi. Tuttavia, anche se sapere di dover morire è il motore che ci spinge ad agire nel corso della vita, spesso siamo così presi dal malumore, da questioni di minor importanza rispetto all'ineluttabilità di questo comune destino, da dimenticare di quale meravigliosa occasione ci sia stata offerta. I personaggi di questo testo hanno trovato i loro metodi per sopportare il peso della vita, siano questi solipsistici e ossessivi (il tabacco, lo studio della letteratura, la matematica) o altruistici (l’amore, la cura, l’affetto per gli amici). Lo scontro tra queste due avverse filosofie, tra gli animi inclini all'eremitaggio e quelli che vorrebbero aprirsi al mondo, è il cuore di questa storia. Coloro che avevano scolpito gli esiti delle loro vite nella ruvida pietra della prevedibilità vedranno sbriciolarsi le proprie certezze in una nuvola di polvere, perfino quel che riguarda la morte e le tasse.

 

CIRQUE DU SOLEIL, “TORUK”: NUOVA REPLICA A BOLOGNA

Ispirato al film campione d’incassi Avatar di James Cameron, il nuovo show del Cirque du Soleil, intitolato Toruk - Il primo volo aggiunge in calendario una nuova replica venerdì 23 novembre alle 16.30 all’Unipol Arena di Bologna. Basato sul film di James Cameron Avatar, Toruk - Il primo volo trasporterà il pubblico nel mondo di Pandora grazie ad una produzione spettacolare, in grado di trascinare gli spettatori in un’odissea attraverso un mondo nuovo di immaginazione, scoperta e possibilità. Utilizzando immagini e proiezioni all’avanguardia, creature animate e una messa in scena accompagnata da musiche cinematografiche incalzanti, il Cirque du Soleil associa il suo stile inconfondibile all’immaginario creato da James Cameron, ottenendo come risultato l’unione tra due visioni artistiche eccezionali in grado di catturare mente e cuore degli spettatori. Questa esperienza live a 360° porta la firma dei registi e innovatori nel campo delle tecniche multimediali Michel Lemieux e Victor Pilon. Lo spettacolo è un’ode all’esistenza simbiotica dei Na’vi’ con la Natura e al loro ‘credo’, basato sulla teoria che tutti gli esseri viventi siano in una qualche maniera interconnessi tra loro. La storia è narrata da un cantastorie Na’vi ed è popolata da creature indimenticabili: TORUK - Il primo volo è un racconto mitologico ambientato centinaia di anni prima rispetto agli eventi mostrati nel film Avatar, dunque prima dell’arrivo degli umani sul pianeta Pandora. Quando una catastrofe naturale minaccia di distruggere il sacro Albero delle Anime, Ralu e Entu, due ragazzi Omatikaya in procinto di raggiungere la maggiore età, decidono coraggiosamente di risolvere la situazione. Dopo aver scoperto che Toruk è l’unico in grado di aiutarli e salvare l’Albero delle Anime, i due protagonisti partiranno assieme al loro nuovo amico Tsyal verso le vette delle Montagne Galleggianti per trovare il potentissimo predatore rosso e arancione che governa il cielo di Pandora. La profezia si compirà quando un’anima pura emergerà dai diversi clan per cavalcare Toruk per la prima volta e salvare la tribù Na’vi da un terribile destino. Radio Italia è media partner ufficiale di TORUK – Il primo volo.

 

“LA BAMBOLA SPEZZATA” AL TEATRO STANZE SEGRETE

Dal 9 al 21 ottobre al Teatro Stanze Segrete di Roma  (via della Penitenza, 3) sarà in scena La bambola spezzata, il testo di Emilia De Rienzo diretto da Gianni De Feo, con protagoniste Alessandra Ferro e Patrizia Bellucci accompagnate alla fisarmonica da Marcello Fiorini.  Una madre e una figlia. Una storia di abbandono, che cela molto altro. Dopo lunghi anni di distacco le due si ritrovano, rimestando nelle loro vite per cercare di capirsi. Si scrutano, si riconoscono appena, si respingono, sospese in uno spazio onirico e irreale. È il loro ultimo dialogo catartico. I ricordi riaffiorano da una vecchia valigia, dove è custodita una bambola, unica testimone del reale di quanto accaduto.  La madre, che ha abbandonato la figlia per consacrarsi alla fede nazista, è deturpata dai segni evidenti di una follia delirante, frutto di un agghiacciante addestramento di disumanizzazione. La figlia, decisa a toccare con mano l’orrore per riscattare il suo dolore, spera in un pentimento della madre che possa far nascere uno spiraglio di riconciliazione. Come in un ring, i due personaggi si affrontano in un emozionante e feroce scontro tra vittima e carnefice. Ma i ruoli possono ribaltarsi. Grottesca e patetica la madre, in preda ad improvvisi attacchi di pianto, chiede, pretende, implora addirittura di essere chiamata, forse per la prima volta, mamma. Passionale e carnale la figlia, oscillante tra lucida consapevolezza e smarrimento emotivo, rifiuta di pronunciare quella parola mai detta prima. Non vuole, non può amarla. Sullo sfondo, il fondale rosso della tragedia dell’umanità. (red – 5 ott)

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