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Voto estero, Cgie approva
la proposta di riforma

Voto estero, Cgie approva <br> la proposta di riforma

Il Consiglio generale degli italiani all’estero, riunito in plenaria alla Farnesina, ha approvato la proposta della sua III Commissione “Diritti civili, politici e partecipazioni” sulla riforma del voto all’estero. Le indicazioni e le proposte uscite dal Cgie, votate dalla maggioranza dei consiglieri (5 gli astenuti) saranno consegnate al sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, che le porterà in Parlamento per iniziare l’iter della riforma.

MERLO: SARA’ UNA PROPOSTA DI RIFORMA PARLAMENTARE

“Quando il Cgie mi consegnerà la proposta di riforma sul voto all’estero io la porterò in Parlamento, soprattutto mi rivolgerò ai presidenti delle Commissioni Affari esteri e ai parlamentari interessati a lavorare sulla proposta di riforma”, ha detto il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo. “Sarà una proposta parlamentare – sottolinea Merlo -. Movimento 5 Stelle, Lega, Pd, Forza Italia: sono tutti interessati. C’è nel contratto di governo. Sono orgoglioso del lavoro del Cgie, ha dimostrato una maturità politica importante”. L’auspicio del sottosegretario agli Esteri è che la riforma “venga approvata dal parlamento entro la fine dell’anno prossimo”.

COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI RIFORMA DEL CGIE

La proposta del Cgie, presentata ieri in plenaria, prevede l’introduzione del voto elettronico. “In considerazione dell’evoluzione tecnologica, il voto telematico è da ritenersi l’unico che permetterà di mettere in sicurezza il meccanismo elettorale con cui votano gli italiani nel mondo”, si legge nella relazione della III Commissione. Il Cgie “sollecita il legislatore ad avviare un serio percorso per l’introduzione del voto digitale – si legge ancora nella relazione della III Commissione -. Chiediamo quindi che venga istituita una commissione tecnica che determini quale sia il sistema informatico che offra le maggiori garanzie di sicurezza e, allo stesso tempo, faciliti l’operazione di voto, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle esperienze messe in campo da altri Stati”. Secondo il Cgie “è importante che il passaggio avvenga gradualmente – prosegue la relazione - e che sia accompagnato da un’estesa campagna di comunicazione che dovrà impegnare tutti i soggetti istituzionali, associativi e tutti i media nazionali ed esteri”.

Nella proposta del Cgie ci sono poi alcune misure che dovrebbero essere messe in campo in una fase transitoria, prima che si arrivi al voto telematico. Sullo scrutinio, in particolare, si propone “l’istituzione, presso le Corti d’appello di Roma, Firenze, Milano e Napoli, degli uffici centrali per lo spoglio, ciascuno competente per una delle Ripartizioni estere”, si legge ancora nella relazione della III Commissione. Questo “al fine di migliorare le operazioni di scrutinio, fino a oggi centralizzati a Castelnuovo di Porto, che ha creato – riflette il Cgie – disfunzioni e criticità non indifferenti nelle passate tornate elettorali e referendarie”. E’ sull’inversione dell’opzione, che la discussione si è animata. La proposta iniziale che la III Commissione del Cgie ha presentato ieri prevedeva l’istituzione di un apposito elenco dei cittadini italiani residenti all’estero (tenuto presso l’Ufficio elettorale istituito in ciascun consolato) costituitosi a partire da un’opzione fatta dagli stessi cittadini che manifestano la volontà di esercitare il diritto di voto. Dopo la discussione di questa mattina, si è arrivati alla conclusione di “verificare le potenzialità che potrebbero arrivare dall’opzione inversa senza ridurre e penalizzare la partecipazione”, ha precisato Schiavone.

Secondo la proposta del Cgie, poi, “il ministero dell’Interno provvede direttamente alla stampa e all’invio del plico agli elettori tramite lettera raccomandata o con altro sistema che ne attesti la ricezione da parte dell’elettore stesso”. Sulla tracciabilità, secondo il Cgie “le misure messe in atto dalla Farnesina (codice a barre) sono da mantenere per garantire la tracciabilità dei plichi elettorali. Inoltre, il codice a barre deve servire alla corretta identificazione dell’elettore nelle operazioni di spoglio attraverso l’uso dei lettori assegnati presso i seggi”. Prevista poi “attraverso i mass media, anche locali e anche non di lingua italiana, una capillare campagna pubblicitaria”. La proposta del Cgie si conclude con delle ulteriori considerazioni. In primo luogo che nell’eventualità di una riduzione del numero dei parlamentari, “in nessun modo questo riguardi il già esiguo numero dei parlamentari eletti all’estero”. Che si ristabilisca, poi, la norma che permette solo a coloro che risiedono all’estero di candidarsi alle elezioni politiche nella Circoscrizione estero. “Altrimenti, pari modo, si dovrebbe concedere agli italiani residenti all’estero il diritto di candidarsi in qualsiasi Collegio del territoriale nazionale”, si legge nella proposta. Eliminata, infine, la proposta di suddividere le attuali quattro Ripartizioni in collegi uninominali. (Sip – 16 nov)

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