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Un Paese schiacciato
dal peso del debito

Un Paese schiacciato <br> dal peso del debito

di Paolo Pagliaro

(20 novembre 2018) Negli ultimi 25 anni l’Italia ha speso meno di quanto ha incassato. ma i risparmi – il cosiddetto avanzo primario - sono finiti nella voragine degli interessi da pagare per l’enorme debito pubblico. Dal 1992, anno della firma del Trattato di Maastricht, l’avanzo primario è stato di 676 miliardi di euro: oltre il doppio di quelli della Germania.
Le tasse quindi sono state superiori alle spese, e naturalmente la cosa ha avuto un prezzo molto alto in termini di investimenti, consumi e coesione sociale. Ma il sacrificio di chi le tasse le paga non è bastato, perché nello stesso periodo la spesa per interessi sul debito pubblico è ammontata a 1.924 miliardi, circa il triplo dell’avanzo primario. Il conto lo tiene da tempo Roberto Poli, ex presidente dell’Eni e consulente per vari governi, da Prodi a Berlusconi. Oggi il Sole 24 ore lo aggiorna.
Le conseguenze di questo squilibrio sono disastrose. Un altro economista, Claudio Baccianti, ha messo a confronto le spese per l’istruzione e quelle per pagare gli interessi sul debito pubblico. E ha scoperto che tra il 2015 e il 2017 abbiamo speso 1291 euro pro capite per l’istruzione e 1267 per gli interessi. Nel suo sito “Italia alla mano” Baccianti documenta come in nessun altro Paese europeo queste due grandezze sono così simili. In Francia e in Germania, ad esempio, la spesa pro-capite per l’istruzione è rispettivamente il triplo e il quintuplo di quella per gli interessi sul debito. Di questo si tratta, quando parliamo di spread.

(© 9Colonne - citare la fonte)