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direttore Paolo Pagliaro

Pubblicare i nomi
dei clienti morosi?

di Paolo Pagliaro

(10 gennaio 2019) Di Maio ha promesso di rendere noti i nomi dei debitori insolventi di Carige e la cosa ha suscitato attese e polemiche. Non si tratta di una minaccia da gilet giallo, potremmo anzi dire che quella del vice premier è una proposta quasi istituzionale visto che un paio d’anni fa fu il presidente dei banchieri italiani, Antonio Patuelli, a suggerire di pubblicare i nomi dei primi 100 debitori insolventi degli istituti sottoposti a operazioni di salvataggio pubblico.
Allora non se ne fece nulla per ragioni di privacy, e anche perché si ritenne che fosse meglio concentrarsi sulle responsabilità dei banchieri piuttosto che su quelle dei clienti.
Ma la questione si ripropose qualche mese dopo, quando la lista dei debitori insolventi di Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Etruria e Monte dei Paschi cominciò a circolare tra i banchi della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. Secretata dall’ufficio di presidenza, la lista uscì comunque sui giornali. C’erano industriali grandi e piccoli, imprese edili, armatori e calciatori, cooperative, case di moda e gioiellerie, alberghi e cliniche. Pochi privati, molte società.
Gli elenchi non provocarono particolare scalpore, forse perché quello dei debiti non onorati era diventato, negli anni della doppia recessione, un fenomeno di massa.
L’anno scorso i crediti deteriorati ammontavano in Europa a 760 miliardi. L’Italia, con 297 miliardi, ne deteneva il 37%. Nell’elenco dei cattivi pagatori c’erano 33 mila soggetti che avevano ricevuto finanziamenti superiori ai 500 mila euro. Ma c’erano anche un milione di italiani non in grado di restituire poche migliaia di euro. E il problema è che ci sono ancora.

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