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Giochi: un settore sommerso che vale 20 miliardi di euro

Il giro di vite contro il gioco d'azzardo, a colpi di regolamenti regionali e comunali su distanziometri e limiti orari, unitamente a cicliche misure legislative miranti ad innalzare la percentuale di prelievo erariale sugli apparecchi da intrattenimento, sta di fatto mettendo in ginocchio il settore del gioco legale in Italia, riconsegnandolo nelle mani della criminalità organizzata. Secondo le stime della Guardia di Finanza, come ricorda l'agenzia Agimeg, il sommerso nel settore del gioco vale 20 miliardi di euro. L'ultimo colpo al comparto delle cosiddette 'macchinette' arriva dal Governo che, per reperire le coperture necessarie a chiudere il decreto su Reddito di Cittadinanza e Quota 100 - circa 400 milioni di euro - punta tra le altre cose a innalzare il Preu sulle slot di un ulteriore 0,65%. Si tratta dell'ennesimo incremento in ordine di tempo: nel 2016 il prelievo erariale unico sulle Awp era al 17,5% mentre lo scorso anno è passato al 19,25% a partire dall’1 settembre 2018, ora questo ulteriore aumento che lo porterebbe addirittura al 20%. Molto per un settore messo in crisi dalla guerra senza quartiere a sale giochi e sale scommesse sul territorio. Diveese le regioni italiane - su tutte i casi di Piemonte ed Emilia Romagna, ma anche Lombardia e prossimamente Puglia - che ad oggi vietano attività connesse al gioco nel raggio di 500 metri da luoghi cosiddetti sensibili, ma la misura non basta a evitare che i giocatori continuino a cercare l'offerta di gioco attraverso canali illeciti. Eppure nella Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva che ha accompagnato la Nota di Aggiornamento del DEF dello scorso mese di ottobre si evidenziava come la rete di gioco legale fosse un argine all'evasione e che il vero pericolo arriva da totem, slot manomesse e scommesse illegali. (red)  

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