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direttore Paolo Pagliaro

Quella sciocca
guerra a Parigi

Quella sciocca <br> guerra a Parigi

di Paolo Pagliaro

(25 gennaio 2019) Con Il trattato di cooperazione firmato il 22 gennaio ad Aquisgrana – Aachen -, Francia e Germania hanno deciso di far convergere ulteriormente le loro economie e i loro modelli sociali, con impegni reciproci che riguardano la difesa, la cultura, gli scambi commerciali. Dovrebbe nascere un’Assemblea parlamentare comune, composta da cinquanta deputati per ciascun paese. Ministri tedeschi dovrebbero partecipare alle riunioni del governo francese e viceversa. La Francia assume l’impegno di avere in futuro la Germania come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il patto sottoscritto da Macron e Merkel rinnova quello firmato nel 1963 da De Gaulle e Adenauer, su cui di fatto si è fondata la stabilità europea fino ai giorni nostri.
In Italia le reazioni al trattato di Aachen sono state di segno diverso. Quelle negative sono ben riassunte nell’editoriale scritto oggi sul Corriere da Ernesto Galli della Loggia, secondo cui Francia e Germania dichiarano la volontà di mantenere sulla Unione Europea l’egemonia che entrambe da molto tempo esercitano. Il Trattato – osserva Della Loggia - significa che una politica estera europea non ci sarà mai e che di conseguenza ben difficilmente anche l’Unione potrà mai diventare un vero soggetto politico.
Non la pensano così altri commentatori. Jean-Pierre Darnis, consigliere dell’Istituto Affari Internazionali, ricorda ad esempio che da tempo si sta lavorando a un analogo accordo tra Italia e Francia, chiamato “trattato del Quirinale”. All’inizio dell’anno scorso fu istituita una commissione bilaterale di esperti incaricati di elaborare il testo, ma l’iniziativa si è poi completamente arenata con il cambio di maggioranza in Italia. Eppure un trattato tra Italia e Francia sarebbe estremamente utile per riequilibrare o integrare quello di Aquisgrana e per meglio gestire i numerosi dossier in sofferenza fra i due paesi. Nei rapporti con Parigi la nuova elite politica italiana sembra però preferire l’assetto da combattimento.

(© 9Colonne - citare la fonte)