Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Love's Kamikaze
al Marconi di Roma

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Love's Kamikaze <br> al Marconi di Roma

"LOVE’S KAMIKAZE" AL MARCONI DI ROMA  

Dopo il debutto al Teatro Torlonia, torna in scena fino al 17 febbraio al Teatro Marconi "Love’s kamikaze", scritto da Mario Moretti per la regia di Claudio Boccaccini. Sul palco due attori – Marco Rossetti e Giulia Fiume – raccontano un tema tanto sofferto quanto attuale, quello del conflitto israeliano-palestinese. Con una tensione teatrale di grande efficacia il testo riflette sulla contemporaneità e sulle motivazioni di due giovani innamorati, lui palestinese, lei ebrea, ciascuno inevitabile rappresentante involontario del proprio popolo. In una scena spoglia, in cui spiccano soltanto un materasso, un tavolo con delle stoviglie e qualche scaffale, si svolge il racconto di un amore spontaneo, energico, ma avversato dalla Storia; quello fra Naomi, ebrea, e Abdel, palestinese, che nel sottosuolo dell’Hotel Hilton di Tel Aviv si amano cercando di dimenticare la guerra che divide i loro popoli. Nell’intimità di quel luogo essenziale si confrontano, discutono, si scambiano idee a proposito del proprio posto nel mondo, riflettendo sulle diverse motivazioni che animano le due parti di cui sono involontari rappresentanti, fino ad arrivare ad una conclusione tanto inaspettata quando tragicamente reale. Fra le pieghe di una quotidianità soltanto apparente, tra il rito del caffè e quello dell’amore, si insinua il desiderio di un impegno civile che salvi i due protagonisti dal ruolo di passivi spettatori di morte in cui si sentono precipitati. "Qualcosa deve cambiare!" grida disperata Naomi rivolta alla platea. Sulle loro spalle grava il fardello di una colpa il cui principio si perde nel tempo, ma rimane tragicamente presente nelle vite di coloro che devono farsi carico delle sue conseguenze. "Due ragazzi liberi da idee preconcette, alieni da qualsiasi fondamentalismo religioso e da ogni distruttivo nazionalismo, lontani dai calcoli bizantini della politica dei vari paesi – tutti – che sono, in un modo o nell’altro, implicati nella questione arabo- israeliana: due ragazzi che, malgrado le differenze di religione, di classe, di storia, sono e si sentono ancora fratelli e figli della stessa terra, sono costretti alla fine a cadere nel baratro che separa due famiglie nemiche – sottolinea l'autore Moretti – È la rinnovata tragedia, se si vuole, di Giulietta e di Romeo, è la vicenda della cecità umana che si fa stupidità storica e che si infrappone come un muro, sì, ancora un muro, fra i sentimenti puri e maturi di due giovani vite. Ecco: il teatro non racconta solo favole, vuole anche essere carne, viscere, sangue della nostra faticosa, assurda, impietosa esistenza. E, soprattutto, vuole portare un granello di sabbia, una pietra, un mattone, alla costruzione dell’edificio della pace. Un discorso utopistico? Senza dubbio. Ma le utopie dei deboli sono le paure dei forti. Perché l’utopia è l’anticipazione di una ricerca che deve solo superare le strettoie del presente". "Quando 10 anni fa portammo in scena per la prima volta “Love’s Kamikaze”, pensammo che quello fosse il periodo più giusto per raccontare una storia d’amore che avesse come scenario il conflitto arabo-israeliano – commenta il regista Boccaccini – A dieci anni di distanza la questione arabo-israeliana è purtroppo ancora al centro delle tragedie mondiali e, anzi, lontana dal mostrare anche solo lievi segni di pacificazione – complice probabilmente una miope e sciagurata politica internazionale che ha portato ulteriore destabilizzazione in un contesto estremamente critico – si tinge quotidianamente di nuovi inquietanti sviluppi. 'Love’s kamikaze' continua quindi a mostrare la sua tragica attualità e rappresenta oggi, da parte nostra, la disperata volontà di continuare a contrapporci alle barbarie e alle ingiustizie con le uniche armi a nostra disposizione: il teatro e la poesia".

 

ALESSIO PIZZECH E IL RE PASTORE ALLA FENICE DI VENEZIA DAL 15 FEBBRAIO

Alessio Pizzech tra prosa e opera lirica: da Il Re Pastore di Mozart alla Fenice di Venezia (15-27 febbraio) al Seduttore di Diego Fabbri a Roma (13 e 14 febbraio), dal nuovo Rigoletto del Teatro Comunale di Bologna (19-30 marzo), in tournée giapponese a giugno, fino a Il Reggimento parte all’alba di Dino Buzzati al Franco Parenti di Milano dal 28 marzo. Un inizio d’anno impegnativo che vedrà il livornese Pizzech esprimere la sua estesa palette espressiva, fatta di mille nuance e intenzioni, in un’ampissima varietà di temi, soggetti e racconti, perfetti per evidenziare quel lavoro interiore che sta alla base del suo rapporto intimo con ogni palco, dal più umile al più prestigioso. Studente di canto da bambino, in giovinezza vita e lavoro nel circo della nostra infanzia, con le sue tenerezze felliniane e le sue durezze oggi superate dal circo contemporaneo, una lunghissima gavetta sui palchi di tutt’Europa coronata dalla precocissima stima della critica. Oggi, nella raggiunta maturità, Pizzech vive immerso in un lavoro totalizzante, sia in teatri prestigiosi sia nella quotidianità un po’ trascurata del territorio livornese, svolto nella continua ricerca di allestimenti ed idee registiche che, pur nel rispetto assoluto dei testi affrontati, offrano al pubblico spunti di riflessione personali e profondi in quel difficile equilibrio dialettico tra la necessità di comprendere i testi presentati e quella di darne un’interpretazione attualizzata ma sempre condivisibile. Un’interpretazione intima, sociale, in ultima sintesi politica nel senso più profondo del termine. Grande frequentatore del Barocco, le cui asperità di senso e attualizzazione sono palestra assai efficace per ogni regista che voglia superare l’interpretazione semplicemente estetizzante del palco, ma anche intenso lettore della produzione teatrale moderna e contemporanea, Pizzech in questo primo semestre del ’19 mostrerà la sua agilità passando dal difficilissimo Re Pastore di Mozart a monumenti assoluti quali Buzzati o il verdiano Rigoletto, che dovrà essere da subito pensato per due platee diversissime, Bologna e il Giappone. Dunque una sfida nel suo complesso importante, affrontata con spirito artigiano, rigoroso e umile, a partire dalla Fenice dove il Re Pastore porrà le sue eterne domande a se stesso e al pubblico, domande personali ma, oggi più che mai, politiche e difficili, a riconferma di un impegno sociale sempre presente e mai esibito. Impegno che caratterizza tutto l’approccio al teatro di Pizzech, artista mai avulso dalla quotidianità, mai rinchiuso in una torre d’avorio o nell’arte per l’arte, ancora oggi prima di tutto un uomo che sa cos’è una fattura elettronica e quindi sa con cosa combatte ogni giorno chi siede in sala, oltre il confine, a volte crudele, di un palcoscenico che spesso non ne vuole sapere di piccolezze e divani marron. Umanità e osmosi, simpatia etimologica e empatia: quante star della regia oggi possono vantare la stessa comprensione reale del quotidiano, quello strano mondo in cui vive il pubblico? E non è forse prerequisito fondamentale per un vero impegno sociale essere ancora un uomo comune, un uomo della strada? Non è forse stato questo il messaggio duro e puro che Pasolini, icona di riferimento di Pizzech da sempre, ha mandato ai suoi colleghi, contemporanei e futuri, fino a morirne?

 

"LA STELLA DI CASA" AL GOLDEN DI ROMA    

Sarà in scena a partire da martedì 26 febbraio (ma la prima data è già sold out) fino al 17 marzo, al Teatro Golden di Roma, “La Stella di Casa” commedia scritta da Danilo De Santis con Brunilde Gambaro e prodotta da Teatro Stabile D’Abruzzo. Gustavo e Isabel sono una coppia molto innamorata, entrambi fanno gli attori. Lui crede fortemente che l’autoconvincimento e altre pratiche possano “pilotare” il destino fino ad ottenere risultati grandiosi, per questo fa di tutto per realizzare il suo sogno di diventare famoso, ma finora riesce ad ottenere solo piccoli ruoli. Isabel, meno convinta di Gustavo, arriva in fondo ai provini ma alla fine scelgono sempre un’altra. Paola e Francesco sono i nuovi vicini di casa di Isabel e Gustavo, subentrati ad un’anziana e inquietante proprietaria di quel vecchio appartamento. I due nuovi inquilini hanno una vita semplice scandita dal lavoro e dall’ossessione per le serie tv. Gustavo e Isabel sono ormai sul lastrico ma una telefonata cambia per sempre le loro vite e quella dei vicini. Il rapporto tra i quattro prenderà una piega inaspettata. Danilo De Santis è alla sua quarta esperienza come autore di commedie teatrali. Dopo “Il tesoro di mamma”, “Sali o scendo”, “Quella piccola pazza cosa chiamata amore”, da febbraio sarà in scena con “La Stella di Casa”.  De Santis ha fatto parte della squadra dei comici di Colorado Cafè, ha preso parte come attore in molte produzioni televisive e cinematografiche e conduce un programma su Radio Kiss Kiss Network. Roberta Mastromichele è attrice, danzatrice, coreografa e direttore artistico di concerti, tv show ed eventi. E’ stata il volto italiano della seguitissima serie web ufficiale della A.S. Roma all’estero, ha recitato e lavorato al fianco di star hollywoodiane e giganti della musica nazionale e internazionale. Francesca Milani, attrice comica e non, autrice di quattro piece teatrali, “Parkomania”, “Affette da affitto”, “Un amore di vacanza”, “The Valley Mount Hotel”. Ha partecipato a tre edizioni di Colorado Cafè, attualmente conduce tutti i pomeriggi insieme a Manuel Saraca “La ritirata dei Gladiatori” su Dimensione Suono Roma. Nadia Rinaldi, attrice cinematografica, televisiva, teatrale. Ha studiato con Gigi Proietti ed è stata diretta nella sua lunga carriera da importanti registi italiani come Pietro Garinei, Pierfrancesco Pingitore, Christian De Sica, Alessandro Gassman e Dario Argento. Ha lavorato accanto ai più celebri attori italiani, nella sua lunga carriera costellata anche dai grandi successi dei film di Natale diretti da Carlo Vanzina ed Enrico Oldoini. Pietro Scornavacchi dal 1992 è attore teatrale cinematografico e televisivo. Da tre anni fa parte della compagnia teatrale di Danilo De Santis.

 

DITTICO NEST ALL'INDIA DI ROMA

Dopo il grande successo della scorsa stagione con “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo per la regia di Mario Martone, la Compagnia Nest torna al Teatro di Roma fino al 17  febbraio con il dittico di spettacoli: “12 Baci sulla bocca” con Francesco Di Leva, Ivan Castiglione e Andrea Vellotti; e “Gli Onesti della Banda” con Ivan Castiglione, Maria Chiara Centorami, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, Luana Pantaleo, Anna Stabile, con la partecipazione di Ernesto Mahieux, entrambi con la regia di Giuseppe Miale Di Mauro. Due settimane all’insegna dell’impegno civile e sociale, durante le quali la Compagnia Nest porterà, al Teatro India, il proprio “modo di fare teatro” in cui affondare l’occhio nel reale, per raccontare i meccanismi malati che spesso attanagliano la società, affinché il pubblico percepisca certe dinamiche come universali. Da sempre convinti che il cambiamento possa avvenire attraverso la solidarietà e l’agire sociale, inteso come risorsa creativa e agente di trasformazione, saranno portati in scena due temi importanti. Da una parte l’omosessualità, tratteggiata in una provincia napoletana degli anni 70’, dall’altra il dramma del precariato e il filo sottile che divide l’onestà dalla disonestà, diluiti nei toni della commedia.  

 

 

UN CALABRESE A ROMA AL TIRSO DE MOLINA  

Gennaro Calabrese è un attore, showman, comico ed imitatore. Un artista completo che canta, balla, recita ed è alla continua ricerca dell'originalità. Il particolare talento traspare anche dai testi delle performance, scritti principalmente da lui, che rendono Calabrese anche un autore comico promettente e dal tipico ‘colpo ad effetto’. Dal 20 al 24 febbraio il Teatro Tirso de Molina di roma ospita il nuovo spettacolo "Un Calabrese a Roma", per la regia di Antonello Costa e la collaborazione autoriale di Gianluca Irti. Un one man show arricchito da musica, monologhi, imitazioni e momenti di pura satira, nel quale Gennaro Calabrese porta a Roma le atmosfere e soprattutto i "Sapori" della sua regione di provenienza, la Calabria. Un Calabrese a Roma è uno spettacolo fresco come il bergamotto, saporito come il capocollo, piccante come la ‘nduia. I giusti ingredienti per una “sana” abbuffata di risate grazie alla magistrale abilità del ‘Calabrese al quadrato’, sia di nome che di fatto, innamorato delle proprie origini e contemporaneamente invaghito della città eterna, che ci racconterà della sua decisione difficile, di lasciare la propria terra per andare a vivere nella metropoli che non dorme mai, e se dorme non fa dormire te. Nel divertentissimo viaggio nella capitale, Calabrese recita, canta e trova nell'imitazione la sua naturale attitudine artistica, incontrando illustri personaggi, dal mondo dello sport alla musica, dalla politica alla televisione. Gennaro diverte il pubblico da decenni, caratterizzando più di 100 personaggi tra quelli più illustri del nostro paese, con pungente ironia e contenuti di alto profilo autoriale per un repertorio in continua evoluzione. In scena caratteristiche e tratti tipici dei calabresi, da sempre emigranti: "Ci sono calabresi in America, in Australia, e addirittura in Sud Africa... a Città del Capo, famosa per il suo amaro calabrese ma la città preferita dove trasferirsi è proprio Roma: la città più Calabrese del Mondo". Giovedì 21 febbraio, la replica speciale di "Una serata per la vita, organizzata in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I, vedrà l’intero incasso devoluto per l’acquisto di un defibrillatore.

 

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