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Associazioni italiane pro-Venezuela: aiuto internazionale per uscire dall’ombra

Associazioni italiane pro-Venezuela: aiuto internazionale per uscire dall’ombra

“Il Venezuela ha bisogno di aiuto internazionale per uscire dalle ombre. Letteralmente”. E’ quanto si legge in una nota di Venezolanos en Red, una rete di Associazioni italiane Pro-Venezuela. “I venezuelani – è la denuncia della rete - non stanno vivendo uno dei soliti sempre più frequenti blackout, più lungo del normale, nemmeno ci si aspetta che presto venga ristabilito il servizio elettrico. Pretenderlo è di una banalità che risulta altamente offensiva. I venezuelani hanno difficoltà per ottenere gas per cucinare. La fornitura non arriva direttamente alle case, ma deve essere previamente acquistata allo Stato, che si è attribuito il compito del suo somministro e lo svolge in modo aleatorio e capriccioso. Ultimamente i fornitori pretendono di farselo pagare in dollari, in un paese nel quale la gente guadagna in moneta locale (bolivares) e l’accesso al denaro contante non soltanto è difficile, ma oltre tutto, è proibito”. “Fino a giovedì la mancanza di gas era compensata dalle cucine elettriche - bene o male era un’opzione - ma ora senza gas né elettricità, l’unica alternativa rimane la legna – si legge ancora nella nota -. Le aziende distributrici di acqua sono anch’esse collassate e in molti casi si ricorre a impianti per pompare il liquido e così poter approvvigionarsi. Ci sono edifici che possiedono pozzi, cisterne e sistemi di pompaggio per raccogliere e rifornirsi di acqua, ma senza elettricità, come farli funzionare? Oltre tutto l’acqua, non trattata è di dubbiosa potabilità e consumarla senza farla bollire previamente, è un rischio serio. È un circolo vizioso insomma: non c’è gas, non c’è luce, non c’è acqua”.
“Il Venezuela - spiega Venezolanos en Red - è un paese tropicale, ci sono città che mantengono temperature di 30 gradi durante tutto l’anno o, come Maracaibo e Coro, superano i 35 gradi centigradi.

Queste temperature incidono sulla popolazione più vulnerabile. Marcisce quel poco di carne, che è così difficile da trovare, per il non funzionamento dei frigoriferi. Il bene più pregiato oggi nel Venezuela è il ghiaccio, non per le bevande, ma per cercare di allungare la vita degli alimenti che devono mantenere la catena del freddo”. “La maggior parte degli ospedali pubblici nel Venezuela non hanno generatori elettrici di emergenza e quei pochi che ne sono dotati, iniziano ad avere problemi. Si teme il collasso dell’Ospedale J.M. de los Rìos, un centro di salute infantile che riceve bambini provenienti da tutti gli stati venezuelani”, conclude la rete di Associazioni italiane pro-Venezuela chiedendosi: “Non è questa una crisi umanitaria? Non richiede questo di aiuto internazionale? Se l’aiuto non si concretizza, assisteremo a un olocausto in piena epoca delle comunicazioni in tempo reale”. (Red – 14 mar)

(© 9Colonne - citare la fonte)