di Paolo Pagliaro
(11 aprile 2019) Stanno sensibilmente diminuendo gli aiuti internazionali ai paesi in via di sviluppo. Secondo i dati Ocse diffusi oggi, la spesa complessiva da parte dei 30 principali paesi donatori è scesa in un anno del 2,7%. Il calo più vistoso riguarda gli aiuti ai paesi dell’Africa sub-sahariana, che sono diminuiti del 32%. Lì, secondo le stime della Banca Mondiale, entro il 2030 vivrà l’87% dei poveri del mondo.
Oggi i paesi ricchi destinano a quelli più poveri solo lo 0,31% del proprio reddito nazionale lordo, ben al di sotto dell’obiettivo dello 0,7 fissato ormai 50 anni fa e raggiunto fino ad ora solo da Svezia, Norvegia, Regno Unito, Lussemburgo e Danimarca.
I 5 maggiori donatori ai Paesi in via di sviluppo, in termini assoluti, sono gli Stati Uniti, con 34 miliardi di dollari, la Germania con 25, seguiti da Regno Unito, Giappone e Francia che con 13 miliardi stanzia circa il triplo dell’Italia.
Nel 2018 gli aiuti italiani sono diminuiti del 21,3%, cosa che ci ha fatto guadagnare la maglia nera tra tutti i paesi Ocse.
E’ da notare che circa un terzo dei 4 miliardi e 900 milioni di dollari stanziati dall’Italia per aiuti allo sviluppo non varca i confini nazionali perché viene speso qui per l’accoglienza dei migranti. Quindi sono soldi italiani che vanno soprattutto ad italiani.
Dunque li aiutiamo – sempre meno - a casa loro, ma un po’ ci aiutiamo anche a casa nostra.
(red – 11 apr)
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