di Paolo Pagliaro

Associando le parole famiglia e Verona ci si può imbattere in qualcosa di diverso da quella kermesse ideologica che alla fine di marzo ha diviso la politica e l’opinione pubblica. Ci si può imbattere nella Casa di Deborah, uno spazio dedicato agli adolescenti della città che ricrea il dono della normale quotidianità della famiglia a chi per qualche ragione ne è privo. Quando le relazioni familiari collassano, molti ragazzi di Verona trovano lì un luogo dove stare insieme prima e dopo scuola, in una dimora messa a disposizione dalle suore canossiane e resa accogliente da una rete di persone che hanno risposto all’appello della psicoterapeuta Giuseppina Vellone, ideatrice del progetto.
L’esperienza veronese si chiama welfare circolare, un parolone per dire quella cosa molto semplice di cui si parla nell’ultimo libro di Ferruccio de Bortoli intitolato “Ci salveremo” e cioè che ci sono milioni di persone che in Italia si danno da fare per gli altri, gratuitamente e senza farlo sapere. Una società civile indipendente e solidale, che tra l’altro – osserva de Bortoli - è stato il vero ammortizzatore sociale negli anni della crisi economica.
Nel volontariato c’è la fusione forse più riuscita tra valori laici e cattolici, e c’è l’argine in grado di fermare la cultura del rancore.