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direttore Paolo Pagliaro

L’Olanda perde
l’appeal fiscale

di Paolo Pagliaro

Paladina dell’austerità e della disciplina di bilancio, in realtà l’Olanda assomiglia molto a un paradiso fiscale. Con una tassazione quasi nulla sugli utili finanziari, un diritto societario estremamente semplificato e la possibilità di concordare il trattamento fiscale direttamente con il ministero delle Finanze stipulando accordi riservati, Amsterdam è diventata negli anni un polo d’attrazione per tutte o quasi  le grandi multinazionali.
Hanno sede o consociate in Olanda   anche grandi aziende italiane come Fiat ora Fca, la controllante Exor, Ferrero, Luxottica. Mediaset, Cementir e molte altre. Tra le circa 12 mila società che in Olanda hanno trovato riparo fiscale ci sono anche marchi globali come Ebay, Uber, Tesla, Google, Unilever, Ikea, ma anche i Rolling Stones e gli U2.
Ora succede però che anche nei Paesi Bassi lo scenario economico vada peggiorando, con riflessi preoccupanti  sul bilancio pubblico. E dunque il governo sta per rivedere drasticamente la sua politica sin troppo amichevole nei confronti delle holding straniere. Secondo le anticipazioni pubblicate dal Sole 24 Ore, la riforma fiscale allo studio prevede la riscossione, oggi non prevista, dell'imposta sugli interessi e le royalties che ogni anno viaggiano dai Paesi Bassi verso Paesi a bassa tassazione. È inoltre in fase di definizione il ritiro definitivo delle detrazioni sulle perdite connesse ad eventuali liquidazioni di società controllate, cosa che ha consentito per anni a holding e multinazionali di non pagare alcuna imposta sui profitti.  Con questa riforma il vantaggio della domiciliazione in Olanda verrebbe più che dimezzato.  E chissà che un giorno qualche gioiello fiscale non ritorni in Italia.

(© 9Colonne - citare la fonte)