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direttore Paolo Pagliaro

Ue, contro il dogma
dell’unanimità

Ue, contro il dogma <br> dell’unanimità

di Paolo Pagliaro

(30  settembre 2019) Ci sono molte cose importanti che l’Unione Europea potrebbe fare e non fa  perché le decisioni più impegnative devono essere prese all’unanimità. Ma l’unanimità non sempre è possibile, come abbiamo visto quando si è trattato di dividersi equamente le responsabilità in tema di immigrazione.   Il veto dei paesi ex sovietici ha impedito soluzioni ragionevoli e condivise sul tema degli sbarchi.
L’obbligo di raggiungere un consenso fra tutti i paesi dell’Unione europea affinché una proposta possa essere adottata vale in materie come la fiscalità, la sicurezza e la protezione sociale, l’adesione di nuovi paesi, la politica estera, la difesa comune e la cooperazione di polizia.
La buona notizia è che ora si sta facendo strada la convinzione che – se vuol sopravvivere – l’Unione debba rinunciare al dogma dell’unanimità. Il nuovo commissario italiano Paolo Gentiloni ha annunciato la riforma del sistema di voto per i dossier economici e si è impegnato a lavorare per una transizione progressiva verso il  voto a maggioranza qualificata.
E dato che le regole dell’Unione prevedono che le proposte di modifica possano venire direttamente dai cittadini, è in corso una raccolta di firme perché non sia più necessaria l’unanimità per deliberare su una questione decisiva come il rispetto dello stato di diritto. Servirà un milione di firme  da raccogliere in almeno sette Paesi, tra cui l’Italia.  All’indirizzo  movimentoeuropeo.it si trovano le istruzioni per aderire.  Il sito della campagna è invece formyrights.eu.

 

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