di Paolo Pagliaro
(2 ottobre 2019) La diffusione e l’adozione di misure di efficienza energetica, in tutti i settori, è il pilastro centrale delle politiche che hanno a cuore l’ambiente. E va detto che da questo punto di vista l’Italia è tra i paesi più virtuosi. E’ la numero 1 al mondo, insieme alla Germania, nella graduatoria che misura il complesso delle politiche di efficienza e risparmio dei 25 Paesi che consumano più energia. E’ al secondo posto nei segmenti trasporti e industria, al quinto nel settore edilizio. La pagella viene da un panel dei più importanti osservatori internazionali sulle politiche energetiche.
Il giudizio è confermato dalla Banca mondiale. Il suo rapporto prende invece in esame 133 Paesi e valuta l’adozione di politiche e regolamenti per promuovere l’energia sostenibile intesa come accesso all'energia, efficienza energetica ed energia rinnovabile. In questo caso l’Italia si piazza al terzo posto.
C’è da dire che in questo campo il nostro paese ha finalmente saputo fare sistema, con l’impegno della politica, delle imprese e dei cittadini. A tutti fornisce un supporto scientifico e tecnico di primo livello l’Enea, che svolge anche le funzioni di Agenzia Nazionale per l’efficienza energetica.
In questi giorni è entrata nel vivo la campagna chiamata “Italia in classe A” , con istituzioni e imprese investite del ruolo di Opinion Leader per la promozione dell’efficienza energetica. Hanno aderito le sigle più diverse, dalla Fondazione Feltrinelli all’aeroporto di Venezia, da Confapi ai sindacati di categoria di Cgil e Uil.
E’ significativo, infine, che vada rapidamente crescendo il numero degli energy manager nominati dalle imprese private per la gestione delle loro attività produttive: qualche anno fa aerano poche decine, ora sono più di 1600.