Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Bebe Vio e la sua crew
in volo verso Tokyo 2020

 

“Un po’ di anni fa, quando ho avuto la malattia io, bisognava tornare a far sport perché la vita in ospedale e quando esci dall’ospedale non è facilissima. Si ricomincia veramente a vivere nel momento in cui ritorni in palestra e ritorni a far sport. Io ho sempre fatto scherma, alcuni di loro facevano già sport prima e altri hanno cambiato disciplina quando sono diventati atleti paralimpici. La cosa bella è che si rinasce completamente, si ricrea anche l’ambito familiare perché quando il figlio fa sport si torna ad avere tutti degli obiettivi. Da qui è nata ‘All4sport’, l’associazione onlus creata dai miei genitori”. Così la campionessa paralimpica Bebe Vio presenta la sua “crew” nell’evento “Fly2Tokyo” organizzato nell’ambito del Festival dello Sport di Trento. Ventiquattro atleti, tutti amputati, fanno parte dell'associazione e diversi di loro erano presenti all’Auditorium della Facoltà di Lettere di Trento. Per tutti iniziare, o meglio tornare, a fare sport dopo i problemi di salute è stata la vera svolta per vedere nuovamente sereno all’orizzonte. In nove hanno concrete speranza di riuscire a qualificarsi ai prossimi Giochi paralimpici in programma tra un anno a Tokyo.

 

LA CREW. Bebe Vio ha rotto il ghiaccio presentando il progetto “Fly2Tokyo”: “I più competitivi tra gli atleti di ‘All4sport’ si stanno allenando duramente per riuscire a staccare il pass che li porterà verso il Giappone. Sulla carta sono nove quelli potenzialmente interessati poi, ovviamente, dipenderà da come andranno le varie gare che caratterizzeranno i prossimi dodici mesi. Con diversi di loro ci conosciamo da moltissimo tempo, siamo cresciuti insieme sotto tutti i punti di vista, oggi però voglio lasciare il giusto spazio a questi atleti”. Dopo Bebe Vio ha preso la parola Davide Obino: “Giocavo a calcio come portiere ed ero anche discretamente talentuoso, poi un giorno una barca mi ha portato via una gamba. Non mi sono mai lasciato abbattere e mi sono avvicinato al basket in carrozzina. Vi posso assicurare che è uno sport estremamente agonistico, ci diamo un sacco di botte in campo e raggiungiamo anche i 20 - 30 km all’ora di velocità. E pensare che prima dell’incidente la pallacanestro neppure mi piaceva”. Per Emanuele Lambertini l’approccio con “All4sport” è stato un momento fantastico: “Pratico la scherma e ricordo la prima cena insieme a quelli che sarebbero poi diventati parte integrante della mia vita, mi sono trovato immediatamente a mio agio, non mi stuferò mai di dire che per raggiungere importati risultati a livello sportivo sono necessari: passione, sacrificio e belle ragazze. Già, non si può sempre e solo rimanere concentrati sulla propria attività”. Veronica Plebani oltre ad essere prossima alla laurea è su altissimi livelli in diverse discipline: “Con lo snowboard mi sono qualificata a soli 18 anni ai Giochi paralimpici di Sochi in Russia, un’esperienza semplicemente pazzesca. Poi è stata la volta di Rio de Janeiro con la canoa ma proprio in Brasile sono entrata in contatto con quello che attualmente mi sta impegnando moltissimo: il triathlon”. Marco Pentagoni ha perso una gamba cercando di recuperare un pallone scavalcando una rete: “Appena arrivato in “All4sport” mi hanno fatto conoscere Martina Caironi (campionessa paralimpica sui 100 metri piani ai giochi di Londra nel 2012  e Rio 2016), non so se è stato un caso, comunque mi sono avvicinato all’atletica. Vi dico solo che ho avuto l’incidente a giugno e il febbraio seguente già correvo, attualmente possiamo contare su protesi di altissimo livello”. Riccardo Bagaini ha perso il braccio sinistro: “Non mi considerano alla loro altezza - ha esordito sorridendo - perché sono meno amputato. D’altra parte non mi danno neppure il tagliandino per poter parcheggiare negli spazi riservati ai disabili - ha continuato con grandissima ironia -. Corro i 100, i 200 e i 400, mi piace sentire l’aria, il vento sul viso. Farò di tutto per essere presente in Brasile”.

 

PANCALLI.  Il presidente del Comitato italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ha invece sottolineato i “meriti di tante famiglie dietro questi ragazzi, ma anche della grande famiglia paralimpica che grazie anche a questi fenomeni è la più grande novità dello sport italiano negli ultimi 20 anni. Questi ragazzi stanno cambiando il Paese sotto il profilo culturale”. (Roc – 12 ott)  

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