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RENZI: VOGLIO UN PIANO
SHOCK DA 120 MIILIARDI

"Un piano shock da 120 miliardi per rilanciare investimenti e infrastrutture nei prossimi tre anni. Perché, parliamoci chiaro, la manovra economica ha il merito di aver evitato l'aumento dell'Iva e contiene alcune cose positive come le misure per la sanità e a famiglia. Da parte nostra continueremo a fare la nostra battaglia sulle microtasse, a partire dalla sugar tax e dalla plastic tax così come è stata congegnata. Ma certo non basta. Non può bastare”. Così Matteo Renzi, in un colloquio con Il Sole 24 Ore, anticipa i temi al centro della sua iniziativa di oggi di Torino dal titolo “Shock! Una proposta di Italia viva per rilanciare l'economia”, “iniziativa programmata non a caso in contemporanea con l'apertura della convention bolognese del Pd con cui Nicola Zingaretti vuole rifondare il partito” sottolinea il quotidiano, ed “essenzialmente una sfida al premier Conte”. Un piano per sbloccare opere e investimenti per 120 miliardi “più ambizioso di quello messo in campo in Germania” e che riguarda una ventina di aspetti: da strade e ferrovie a porti e aeroporti, dal dissesto idrogeologico all'edilizia scolastica. Dopo la convention torinese Italia Viva inizierà una sorta di campagna di ascolto con imprenditori e operatori dei vari settori – “sono in programma 100 incontri su tutto il territorio nazionale” annuncia Renzi - e nella prima metà di gennaio sarà messo a disposizione del premier e del governo un decreto legge. “Ci accusano di essere guastatori ma noi vogliamo stare sui problemi concreti, sulle proposte - dice -. Ma certo non possiamo assistere inerti all'arrivo della recessione che si preannuncia”. “In questi due giorni trascorsi a Londra – sottolinea l’ex premier - ho potuto constatare il vivo interesse da parte di società di investimento e di banche, anche straniere. Il vero problema è che i progetti non partono, sono bloccati. Quello che serve è una corsia preferenziale sblocca-burocrazia come abbiamo fatto con l'Expo di Milano e con gli scavi di Pompei. Per ogni grande opera una legislazione ad hoc che superi i lacci burocratici”. Ed ancora: “In Italia sono bloccate opere stradali e ferroviarie per oltre 56 miliardi (si va dalla Pedemontana lombarda alla Gronda di Genova, dalla realizzazione della terza corsia dell'autostrada Firenze-Pistoia alla Tav Messina-Catania-Palermo, ndr): 8 circa per mancanza di finanziamenti, le restanti per la burocrazia”. (15 nov - red)

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