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Pd: serve un’anima
o basta un’agenda?

Pd: serve un’anima <br> o basta un’agenda?

di Paolo Pagliaro

(10 dicembre 2019) In Occidente siamo la nazione dove il reddito dei figli più dipende da quello dei genitori, peggio fanno solo Stati Uniti e Regno Unito. Ci sono undici milioni di persone che non riescono a curarsi come si deve, quattro milioni con un lavoro fisso ma insufficiente a sottrarli alla povertà. Ci sono un milione di minori bisognosi e molti milioni di ragazzi e giovani adulti senza una concreta prospettiva di lavoro e di autonomia economica. In questo quadro dovrebbe essere naturale per la sinistra decidere da che parte stare e persino cosa fare. Dovrebbe, ma così non è stato, con il risultato che il voto popolare ha preso altre strade.
Giani Cuperlo, presidente della neonata Fondazione culturale del Pd, prova a passare dalle suggestioni alle proposte in un volumetto edito da Donzelli che tra l’altro si interroga sulla sostenibilità dell’alleanza con i 5 Stelle, che sono stati in passato il nemico per eccellenza. La conclusione è che sì, l’accordo può funzionare a patto che poggi su scelte radicali. Tra quelle consigliate da Cuperlo ci sono ad esempio la dote per i 18enni e il buon governo dell’immigrazione. Il libro raccoglie anche una sintesi del «Diario di mezza estate» scritto da Cuperlo nei giorni caldi della crisi politica più pazza della storia repubblicana.
Il titolo è – ahimè - “Un’anima”, che sarebbe secondo l’autore ciò che manca alla sinistra e secondo altri ciò che manca al governo. Ma l’esistenza dell’anima deve essere ancora dimostrata dalla scienza, e non si capisce perché ci dovrebbero riuscire Conte o Zingaretti. Forse alla sinistra e al governo basterebbe un’agenda.

(© 9Colonne - citare la fonte)