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direttore Paolo Pagliaro

Lo Stato sociale
nei contratti aziendali

Lo Stato sociale <br> nei contratti aziendali

di Paolo Pagliaro

(17 dicembre 2019) Sono sempre più numerose le imprese che forniscono quelle prestazioni sociali che lo Stato fatica a garantire. E’ il cosiddetto secondo welfare, che ha il suo punto di forza nei  322 fondi sanitari integrativi e nei 33 fondi previdenziali che interessano milioni di persone. Ma molto sta accadendo  anche nella quotidianità della vita aziendale.  Su questo fronte l’ultima novità viene da Firenze, dove ieri è stato firmato il contratto integrativo con cui la casa farmaceutica Menarini estende la copertura sanitaria  integrativa  a tutti i familiari dei suoi 3.500 dipendenti in Italia. L’accordo con i sindacati prevede anche l’aumento del  premio di produttività se il dipendente lo utilizza per servizi di welfare, come la pensione integrativa, l’assistenza familiare, la retta per l’asilo nido.
Ci sono agevolazioni per  il congedo parentale, il part time e l’anticipo del tfr, che si potrà chiedere anche per un’adozione, l’iscrizione di un figlio all’università, l’affitto o acquisto di una casa quando ci si separa. Sono previste  anche le ferie solidali, con la possibilità di cederne una parte a colleghi in difficoltà.

Secondo il rapporto curato da “Percorsi di secondo welfare”, Laboratorio del Centro Einaudi di Torino e dell’Università degli Studi di Milano, ben 13 contratti collettivi nazionali siglati dal 2016 a oggi prevedono al proprio interno misure di welfare aziendale, mentre il 40% degli accordi aziendali comprende disposizioni in materia di prestazioni sociali per i dipendenti.   Sono accordi in vigore in oltre 166 mila imprese con quasi 2 milioni e mezzo di dipendenti.
Danno l’idea che la rissosità della politica non abbia ancora contagiato le relazioni industriali.

 

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