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direttore Paolo Pagliaro

La fototrappola
per il migrante

La fototrappola <br> per il migrante

di Paolo Pagliaro

(15 gennaio 2020) Lungo i sentieri del Carso, sopra Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia pensa di installare un certo numero di fototrappole, normalmente utilizzate per intercettare lupi, orsi e cinghiali. Solo che adesso questi marchingegni dovrebbero servire a rilevare il passaggio dei migranti. L’assessore regionale alla sicurezza, il leghista Pierpaolo Roberti, ha spiegato che le immagini dei clandestini verranno girate alle forze dell’ordine per interventi mirati e per aumentare il numero dei respingimenti verso la Slovenia.

L’assessore ha precisato che si tratta di apparecchiature poco costose. Grazie a specifici software, possono essere tarate per individuare solo la presenza di esseri umani, termine che comunque la Regione non utilizza, bastandole quello di migranti irregolari. L’adozione delle fototrappole viene definita “un’opportunità interessante, che va ad aggiungersi alle altre già prospettate, come l’utilizzo di droni o di postazioni fisse con telecamere termiche”.

E poco importa se la Regione che pensa di estendere ai migranti gli stessi accorgimenti riservati ai cinghiali non ha alcuna competenza in materia di immigrazione, di sorveglianza dei confini e di respingimenti, questioni delegate allo Stato.

Quanto ai diretti interessati, non si potrebbe dire meglio del titolo letto sulla rivista dell’istituto euroarabo di Mazara del Vallo: i migranti ci guardano e ci dicono chi siamo.

(© 9Colonne - citare la fonte)