Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

SUPERATI I 100MILA CASI
MA CALANO I CONTAGI

Se siamo arrivati al momento di scavallare questa difficile fase lo sapremo solo nei prossimi giorni, ma quello che fa ben sperare è che la crescita dei nuovi casi di Coronavirus sta nettamente rallentando. Questo - ribadiscono gli esperti - conferma che le misure di distanziamento sociale funzionano e che non è il momento di allentarle. I casi attualmente positivi in Italia sono 75.528, con un incremento di 1.648 in un giorno (ieri erano 3.815): di questi 3.981 sono in terapia intensiva, 27.795 sono ricoverati e 43.752 (il 58% del totale) in isolamento domiciliare. Da una parte il numero dei decessi ancora alto (812 oggi, per un totale di 11.591), dall’altra quello delle guarigioni che registra il record di 1.590 (il dato giornaliero più alto da quando è iniziata l’emergenza) arrivando a un totale di 14.620. Dati che vanno analizzati con attenzione, affermano a più riprese il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. Si tratta infatti della “più grande crisi sanitaria dalla Grande Guerra”, dice Borrelli e abbassare la guardia ora vorrebbe dire vanificare i sacrifici fatti. Non bisogna farsi prendere dalla frenesia di una riapertura, anche perché le misure restrittive funzionano e “devono essere mantenute. Siamo categorici su questo”, chiosa il capo della Protezione civile.

Numeri in calo anche nella martoriata Lombardia (nelle ultime 24 c’è stato un aumento di 1.154 positività quando ieri erano state 1.592). Un dato importante è registrato nelle aree di Lodi e Bergamo, le due più colpite, dove “il numero di eventi respiratori infettivi per i quali sono stati chiamati mezzi di soccorso della Lombardia è marcatamente ridotto e rispetto al 14-15 marzo siamo addirittura alla metà del numero di interventi richiesti”, spiega Locatelli. Cala anche la percentuale di incremento dei casi sul giorno precedente, passando dall’11% dell’inizio emergenza al 2% di oggi: “Per noi sono dati statistici che ci confortano nel dire che le misure sono corrette e che dobbiamo continuare ad adottarle. Più saremo bravi - ribadisce Borrelli - più questi numeri caleranno”. E sull’arrivo del picco “non è facile fare una previsione. Ci sono varie ipotesi ma io preferisco valorizzare il rallentamento nella crescita degli infetti e il rallentamento sulla pressione dei pronto soccorso o degli interventi di emergenza”, afferma Locatelli. Si conferma quindi il trend di rallentamento anche se i numeri a livello globale danno la dimensione dell’emergenza: l’Italia ha superato la quota di 100mila casi in totale (compresi i decessi e i guariti) e si posiziona al secondo posto nella classifica mondiale dei Paesi più colpiti, subito dopo gli Usa (148mila) e prima di Spagna (85mila) e Cina (82mila). (sip - 30 mar)

(© 9Colonne - citare la fonte)