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IL SINDACO DI BRESCIA:
I NUMERI NON TORNANO

Se gli ultimi numeri dicono che l'ondata di contagio sta perdendo un po' della sua forza, questo non vale per Brescia. Nelle ultime 24 ore sono morte altre 47 persone, dall'inizio dell'epidemia più di 1.200. Ed Emilio Del Bono, sindaco della città, accusa in una intervista al Messaggero: “Noi sindaci abbiamo chiuso dal 6 marzo, dopo aver spedito alla Regione e al governo una lettera in cui chiedevamo maggiori restrizioni. Andavano moltiplicate Ie zone rosse, come hanno fatto in Veneto e Emilia”, “la falla non è avvenuta negli ospedali, dove sono stati fatti miracoli per creare posti letto. Piuttosto sono mancati provvedimenti sanitari di limitazione del contagio e monitoraggi più efficaci del territorio. Se questo fosse stato fatto avremmo avuto condizioni meno drammatiche negli ospedali e per la popolazione. I medici di medicina generale ci dicono che i contagiati sono cinque, sei volte in più rispetto ai dati comunicati. Abbiamo migliaia di malati a casa o nelle residenze per anziani che non sono sottoposti a tampone: a Brescia ci sono 8.300 casi conclamati, se li moltiplichiamo per sette abbiamo il numero ragionevole di positivi in tutta la provincia. Quando ci dicono che i morti da Coronavirus sono 1.200, i numeri non tornano”. “Questa epidemia – aggiunge - dovrebbe spingere a qualche correzione di rotta. Mette in luce che la rete regionale di medicina territoriale è fragile e non è stata in grado di affrontare l'ondata di Covid. Tant'è vero che i medici ci dicono che i pazienti arrivano in ospedale in condizioni molto compromesse. Dopo questa bufera bisognerà ripensare il sistema. Non è possibile che chiediamo solidarietà all'Albania e alla Cina e non siamo riusciti a creare un sistema di alleanze tra regioni confinanti per avere medici e rianimatori. Esiste ancora il servizio sanitario nazionale?”. (31 MAR / red)

 

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