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Cgie: Rem anche per italiani all’estero, nessuno sarà lasciato solo

Cgie: Rem anche per italiani all’estero, nessuno sarà lasciato solo

“Com’è noto, con il cosiddetto decreto Cura Italia approvato dal Parlamento lo scorso 24 aprile, il governo ha stanziato 5 milioni di euro per il potenziamento dell'assistenza ai connazionali all'estero in situazioni di difficoltà. In particolare, viene autorizzata nello stato di previsione del ministero degli Esteri la spesa di 4 milioni di euro per l’anno 2020 ad integrazione delle misure per l'assistenza ai cittadini all'estero in condizioni di indigenza o necessità”. È quanto si legge in una nota del sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo. “Si tratta di uno sforzo considerevole a sostegno delle collettività all'estero, tanto più rilevante nelle attuali difficilissime condizioni del Paese sotto il profilo economico-sanitario”, scrive Merlo in una lettera inviata oggi a tutti gli Ambasciatori italiani nel mondo, con la quale chiede ai diplomatici di coinvolgere Comites e CGIE nella selezione degli interventi da finanziare. “Proprio in considerazione delle circostanze eccezionali che stiamo attraversando - sottolinea il Sottosegretario nella sua missiva - ritengo importante confermare e accrescere all'estero il rapporto di collaborazione tra le sedi istituzionali e gli organi rappresentativi delle nostre collettività”.

“Perciò in questa profonda e globale emergenza sanitaria, sociale e economica il CGIE ha presentato al Ministero per il Mezzogiorno e per la coesione territoriale, diretto dal Ministro Giuseppe Provenzano - trovando immediato ascolto - una documentazione analitica sulle condizioni sociali delle nostre comunità all’estero comprensiva di richieste, prospettando interventi di integrazione nel mondo del lavoro e di sostegno per coloro che hanno perso il lavoro e sono costretti a rientrare in Italia - prosegue Schavone -. A differenza dei dettami della legge 402/1975 e successive modifiche, l’attuale scenario richiede interventi immediati e strumenti diversi di carattere universalistico per coloro che non godono degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese a causa della mancanza di accordi internazionali e normative comunitarie. In questa fattispecie rientrano in particolare gli emigrati della nuova emigrazione occupati spesso nel terziario spesso con contratti atipici, precari e con poche o senza tutele, che saranno costretti a rientrare definitivamente in Italia, trasferendo la residenza entro il 30 giugno”. (red - 19 mag)

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