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Turismo delle radici, De Vita (Maeci): vantaggi e opportunità, in arrivo il master

Turismo delle radici, De Vita (Maeci): vantaggi e opportunità, in arrivo il master

Il settore turistico è stato uno tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi pandemica globale. Eppure proprio nel turismo, o meglio, in un “segmento speciale del turismo, quello delle radici” è possibile intravedere una grande opportunità. È una “carta strategica da giocare per rilanciare il settore e rafforzare il rapporto con le comunità italiane all’estero”: ne è convinto il consigliere della Direzione Generale Italiani all'Estero della Farnesina Giovanni De Vita che ha preso parte questa mattina alla prima giornata di lavori dell’Unicart Tourism International Conference. Al centro della conferenza internazionale che si concluderà domani, proprio il turismo delle radici, ovvero il fenomeno generato da persone che tornano temporaneamente nei luoghi che avevano lasciato, o che i loro parenti e / o trisavoli avevano dovuto lasciare. Il convegno – che è stato organizzato in collaborazione tra International Academic Research Center (IARC) Tirana (Albania), Ministero degli Affari Esteri per la Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all'Estero; Ministero della Cultura (Albania); Università della Calabria, Centro di Ricerca e Studi sul Turismo (CReST) del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche – ha visto protagonisti studiosi e esperti: al centro del dibatto un “turismo che non appare” , un turismo lontano dalle masse e dalle classiche guide, un turismo capace di rilanciare territori in crisi economica e di offrire al viaggiatore un’esperienza unica: riscoprire la propria identità.

 

LA GOVERNANCE PUBBLICA DEL TURISMO DELLE RADICI Nella sua relazione introduttiva, su “La governance pubblica del turismo delle radici: il ruolo del Maeci”, De Vita ha messo, infatti, in luce quelle che sono le potenzialità del turismo delle radici e la sua “speciale valenza”: “Il turismo delle radici permette di valorizzare piccoli borghi dimenticati, è un turismo ecosostenibile ed è un turismo culturale”. Perché non è solo nelle città d’arte che si fa turismo culturale ma anche in quei borghi ricchi di storia e tradizioni “lì dove artigianato e enogastronomia” ricorda De Vita, hanno tanto da raccontare. Specie a chi vuole ricomporre la storia della propria famiglia. “Il turismo delle radici è anche questo: – sottolinea, infatti, il consigliere del Maeci - scoprire le proprie origini genealogiche”. Ma per sviluppare questo settore c’è bisogno di studio, competenze, organizzazione, condivisione di saperi. Professionalità. E così nasce anche un master: “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici” all’Università della Calabria. A presentarlo nel corso del webinar, questa mattina, proprio De Vita insieme a Tullio Romita, professore Associato di Sociologia del Turismo dell’Ateneo calabrese.  “Formerà i primi esperti del settore – precisa De Vita – ha tutti gli ingredienti giusti per rivelarsi un successo”.  

 

I VANTAGGI E LE OPPORTUNITA’ “Il turismo delle radici è un turismo particolare: parliamo di chi vive all’estero e conserva un legame con l’Italia fatto di sensazioni, ricordi, abitudini, tradizioni” ha sottolineato De Vita nel suo intervento al webinar UNICARTourism nel corso del quale esperti e rappresentanti delle istituzioni hanno analizzato la situazione del turismo in questo particolare momento storico. Per il consigliere della Direzione Generale Italiani all’Estero della Farnesina quello delle radici è “un turismo importante” da valorizzare e sostenere “per la ripresa del settore” visto che si rivolge a una platea di circa 60-80 milioni. “E’ una risorsa straordinaria per il Paese. Questo ci ha indotto a fare delle riflessioni e a chiederci come realizzare ‘prodotti’ adeguati per attirare i nostri italiani all’estero. Il turismo delle radici – ha continuato De Vita -  ha notevoli e numerosi vantaggi per il territorio italiano. Vorrei indicarne essenzialmente due: il primo è la promozione di attività lavorative in città che non sono Roma, Napoli, Firenze o Venezia. Qui si stratta di proporre territori legati a piccoli borghi che sono caratterizzati da bassi tassi di crescita economica e spopolamento e che soffrono o hanno sofferto storie di emigrazione. Il secondo vantaggio – ha spiegato ancora De Vita -  è che si tratta di un turismo ecosostenibile e rispettoso del patrimonio culturale. La sua finalità è proprio quella di offrire, a chi viene in Italia a riscoprire le proprie radici, un territorio ‘intatto’” in cui si respira uno spirito immutato, autentico “e dove continuano a vivere le tradizioni”.

 

I PROGETTI Per De Vita “i territori che sono stati abbandonati dai loro emigranti offrono oggi una possibilità di turismo enorme”: “Penso, ad esempio, a Daniele Kihlgren e al progetto a Santo Stefano di Sessanio. Un modello di successo”. “Il ministero degli Esteri– ha continuato De Vita – percependo la realtà e lo sviluppo di varie iniziative sul territorio italiano ha deciso già nel 2018 di convocare un tavolo tecnico per promuovere uno scambio di informazioni e buone prassi tra Associazioni, operatori di categoria, start up  ed enti di ricerca e creare  così un’azione coordinata di promozione del turismo delle radici.  Quello a cui miriamo – ha spiegato - è creare per gli operatori e le istituzioni, un’offerta definita e consolidata di servizi in favore dei turisti delle radici. Abbiamo iniziato con delle pubblicazioni, delle guide che propongono itinerari attraverso le tradizioni, l’enogastronomia, gli eventi di identificazione delle comunità”. E’ necessario poi, lavorare su “studi, ricerche, attività formative per creare una classe di operatori specializzati. Perché il turista delle radici è interessato a scoprire le tradizioni, i luoghi da cui sono partiti gli antenati ed è interessato anche a scoprire i documenti che testimoniano la nascita, la partenza”, tutta la storia dei propri discendenti. Fondamentale quindi “un’azione di coordinamento” e “preparare gli operatori perché possano accogliere in maniera adeguata il turista delle radici. Ma è ugualmente importante – spiega De Vita - concentrarsi sulle caratteristiche del turista stesso: siamo grati all’Associazione Assud che sta portando avanti un’indagine su scala mondiale. Così come siamo grati all’Università della Calabria che approfondendo uno studio sul turismo delle radici”. Sono tante, in sostanza, le iniziative su cui si sta lavorando e si guarda anche alla “gestione degli archivi” comunali, chiese e biblioteche dell’emigrazione “così come è importante affiancare a questa azione le attività dei musei dell’emigrazione: abbiamo in Italia tantissimi musei dell’emigrazione che vorremmo mettere in rete -  ha sottolineato De Vita -  Siamo convinti di dover agire in questo modo anche per fornire un cappello culturale al turismo delle radici. Come ministero siamo molto motivati nella promozione di questo fenomeno. Il turismo delle radici – ha concluso De Vita - è una chiave per promuovere il turismo in Italia. Ma in un modo ancora più ampio. Perché lo straniero di origine italiana che ritorna nel nostro Paese vive un’esperienza unica che si basa su un legame di sangue. Può diventare, una volta tornato nel suo Paese di residenza, un ambasciatore dell’Italia nel mondo”. (18 dic - BIG ITALY / Gil)

LA CONFEREZA INTERNAZIONALE Si concluderà domani UNICART/Tourism International Conference, organizzata in collaborazione tra International Academic Research Center (IARC) Tirana (Albania), Ministero degli Affari Esteri per la Cooperazione Internazionale (MAECI) Direzione Generale per gli Italiani all'Estero (Italia); Ministero della Cultura (Albania); Università della Calabria, Centro di Ricerca e Studi sul Turismo (CReST) del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (Italia). Dopo il focus sul turismo delle radici si è tenuta stamane la presentazione dei libri “Il turismo delle radici” e “Riflessioni intorno al viaggio turistico delle radici. Esperienze, territori, strategie e scenari post COVID-19”. È stato presentato inoltre, il Master di I livello “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici” (Università della Calabria). Domani, infine,  è prevista la consegna del premio “Viaggio delle radici” a cura di Universitas Sancti Cryilli A.D. 1669 - Malta e International Academic Research Center - Albania.  UNICART raggruppa alcuni atenei italiani (UNICAL e UNIVERSITA" ALDO MORO DI BARI) e stranieri (UNIVERSITA" SANCTI CYRILLI di Tirana). Il primo UNICARTourism  può essere seguito direttamente dal sito www.unicart.org in streaming dalla sessione LIVE STREAMING.

 

UN MASTER PER IL TURISMO DELLE RADICI Entro il 23 dicembre sarà possibile iscriversi al Master di I livello dedicato alla formazione della figura professionale “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici” (Roots Travel Planning and Management), presso l’Università della Calabria di Arcavacata (Cosenza). Il Master, coordinato dal prof. Tullio Romita, Professore Associato di Sociologia del Turismo dell’Ateneo calabrese, rappresenta una risposta al crescente interesse verso il tema del viaggio di ritorno verso le proprie radici degli italiani residenti all’estero e/o dei discendenti degli emigrati del passato, interesse certamente stimolato anche dallo spazio sempre più ampio riservato negli ultimi anni al tema dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Il master proposto, è frutto di una esigenza maturata nell’ambito della collaborazione fra mondo della ricerca scientifica sul cosiddetto turismo delle radici e mondo delle associazioni di promozione sociale rivolta ai discendenti italiani e a tutti gli “italici” residenti all’estero, più precisamente fra il Centro Ricerche e Studi sul Turismo (CReST) dell’Università della Calabria e l’associazione Raíz Italiana e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il master che è stato presentato oggi ha come finalità quella di preparare esperti che possano rispondere alle esigenze dei viaggiatori delle radici in ambito turistico, culturale, burocratico-amministrativo ed emozionale. L’obiettivo è quello di formare una figura professionale capace di partecipare alla pianificazione ed organizzazione di un’offerta turistica rivolta a tale tipologia di viaggiatori Il master prevede 1500 ore di attività formative, per un totale di 60 CFU. In conseguenza del problema Covid-19, le attività didattiche saranno erogate con modalità a distanza, mentre per stage e project work saranno disponibili diverse interessanti e stimolanti soluzioni. Il costo è contenuto (1.600 Euro), i posti disponibili sono limitati, e molte regioni italiane prevedono per i propri corregionali il rimborso della quota di iscrizione. Gli interessati dovranno compilare la domanda di iscrizione collegandosi al seguente link:https://unical.portaleamministrazionetrasparente.it/archivio22_bandi-di-concorso_0_6314_874_1.html.

(red- 18 dic)

 

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