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Imprenditoria in tempo di Covid: Dario, architetto a Strasburgo

Imprenditoria in tempo di Covid: Dario, architetto a Strasburgo

Quella della società DFA Concept è una storia di bellezza e creatività che nasce in piena pandemia di Covid 19. È la primavera del 2020 quando Dario Fogagnoli, un giovane italiano di 33 anni trapiantato a Strasburgo, iscrive DFA Concept al registro dell’Ordine degli Architetti della regione del Grand Est, in Francia. In piena emergenza sanitaria, mentre il mondo è pressoché fermo, Fogagnoli segna il punto di arrivo e di nuovo inizio. Un lungo percorso di sette anni che lo ha portato, dal suo trasferimento in Alsazia, alla creazione di una nuova realtà imprenditoriale.   

STUDI ALLO IUAV E PRATICA IN FRANCIA 

La storia dell’architetto Fogagnoli inizia come per tanti giovani alla ricerca di opportunità: originario di San Donà di Piave, dopo gli studi allo IUAV (Istituto Universitario Architettura di Venezia), raggiunge in Francia la fidanzata Greta (oggi sua moglie) senza un reale progetto ma aperto alle opportunità. «Mi sono presentato a diverse agenzie di architettura e “Denu et Paradon Architectes”, uno studio storico di Strasburgo, mi ha offerto uno stage. È stata la prima tappa di un percorso che mi avrebbe portato a collezionare esperienze interessanti e arricchenti». La collaborazione con lo studio che ha progettato, tra gli altri, parte del Consiglio d’Europa, dura sei mesi prima di una stasi lavorativa. Sfogliando proposte di lavoro online trova poi, quasi rocambolescamente, l’annuncio di un lavoro di architettura d’interni a Colmar: «La proposta era inerente il design di cucine e un architetto formato dice “no, non è il mio lavoro”. Un po’ per curiosità un po’ perché avevo voglia di rimettermi a lavorare, però ho accettato. Per la prima volta ho avuto l’opportunità di curare totalmente la componente architettonica di progetti importanti: ho iniziato a viaggiare a Parigi e all’estero, ho seguito il progetto delle cucine del palazzo presidenziale in Gabon. Quel cantiere è stata una delle rampe di lancio migliori perché ho visto alcune tra le tecniche più complesse e costose possibili, un’esperienza professionale altamente formativa. Non erano più cucine ma opere d’arte».  

NUOVE CONSAPEVOLEZZE PROFESSIONALI 

In questa fase, che va dal 2015 al 2019, Fogagnoli pone le basi della sua esperienza di imprenditore autonomo e forma una nuova consapevolezza professionale: «Il livello qualitativo raggiunto in soli sette anni a Strasburgo ci ha quasi “costretti” a rimanere. Sono molto legato all’Italia, adoro la mia Venezia, ma è impossibile pensare di lavorare lì, non avrei la stessa qualità e dignità di vita che ho qua. Quando ho iniziato a lavorare a Colmar il proprietario mi ha fatto un contratto di prova che è diventato immediatamente a tempo indeterminato. In Italia avrei avuto contratti a tempo determinato fino al massimo previsto dalla legge, con tutta la precarietà del caso». A fine 2019 l’azienda però, dopo un cambio societario, ha dichiarato fallimento. «Mi ero sposato da pochi mesi e il futuro si faceva incerto, ma intanto iniziavo ad avere delle richieste esterne che ho iniziato a seguire in via del tutto amicale. Con il “passaparola”, il mio nome ha iniziato a circolare e ho aperto una partita IVA. Mentre attorno a me il mondo si fermava, io iniziavo a correre tra cantieri e a gestire da solo progetti tutti miei. Questo è stato possibile grazie anche alla struttura assistenziale del sistema Francia, che sostiene con la cassa integrazione fino al 70% dello stipendio lordo per due anni persone nella mia condizione, con l’ufficio di collocamento che segue l’evoluzione del lavoratore». L’iscrizione all’Ordine degli Architetti della regione Grand Est arriva a fine marzo, quando anche la Francia inizia il lockdown. «Il Covid è stato un macigno perché in quel momento avevo appena depositato i miei permessi. Non c’è stata nessuna cerimonia ma solo una registrazione telematica, come telematica è stata la creazione della mia società - DFA Concept -  a fine maggio, in diretta con il contabile e la banca. Il sito web e i riferimenti social, invece, arriveranno a breve. Neanche nel mio Veneto avrei immaginato di arrivare a creare un’azienda mia, a soli 33 anni. Forse ha ragione mia madre che mi ha detto: “Mi sa che la fortuna te la crei tu”».  Ede /19  gen

(© 9Colonne - citare la fonte)