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direttore Paolo Pagliaro

SISMA HAITI: 1.300 MORTI
ORA SI TEME “GRACE”

Si fa di ora in ora più pesante il bilancio del terremoto di magnitudo 7.2 che sabato ha colpito Haiti: il numero delle vittime è già vicino ai 1.300 morti accertati, ma è pressoché certo che l’agghiacciante conta è destinata a toccare quote più elevate. Intanto, centinaia di persone si sono ammassate nei pressi degli ospedali che però, dopo aver accolto più di 5.700 feriti, sono ormai saturi.

30MILA CASE DISTRUTTE. Quasi 30.000 case sono state distrutte o danneggiate, lasciando migliaia di senzatetto o in cerca di persone care disperse o bloccate sotto le macerie. Il terremoto si è verificato sabato intorno alle 8:30 ora locale (14:30 a Roma), secondo i dati dell'Istituto americano di geofisica (USGS), a 12 km dalla città di Saint-Louis-du-South.

MEZZI LIMITATI. Dopo una notte estenuante all'indomani del terremoto, i residenti e gli operatori umanitari sono stati impegnati domenica con mezzi limitati per trovare sopravvissuti sotto le macerie. Un certo numero di macchinari pesanti, camion e terne erano impegnati a spostare lastre di cemento da edifici crollati a Les Cayes, vicino all'epicentro del terremoto.

OSPEDALI AL COLLASSO. Proprio dal nosocomio di questa località giungono alcune delle testimonianze più drammatiche del disastro: installati su panche, sistemati su sedie o sdraiati per terra su lenzuola, i feriti si accalcano alle porte del servizio di emergenza, che solo nelle ultime ore ha iniziato a ricevere rinforzi. "Al momento del terremoto, c'erano solo tre medici in servizio", afferma il dott. Michelet Paurus. "Adesso la situazione sta migliorando perché abbiamo ricevuto ortopedici, chirurghi e anche 42 residenti che sono distribuiti in tutti gli ospedali del reparto", spiega il medico del pronto soccorso. Subito dopo il sisma, gli ospedali della terza città del Paese sono andati in tilt a causa massiccio afflusso di feriti.

LA TESTIMONIANZA. “Quando si è scatenato il terremoto ha colpito ero a casa. La scossa mi ha letteralmente fatto volare in aria facendomi ricadere malamente. Adesso ho il braccio rotto. I vicini sono venuti ad aiutarmi a prendere un taxi. Ho attraversato diversi ospedali, ma erano sovraccarichi”, racconta Venel Sénat, un uomo corpulento di quarant’anni. “Questa mattina sono venuto qui e finalmente mi hanno curato. Mi hanno fatto una radiografia gratuita e mi hanno messo questa ingessatura, anch'esso gratuita”, ha detto sollevato, mostrando il braccio destro al collo. Residente a Les Cayes, con la casa completamente distrutta, Venel Sénat attende nel cortile dell'ospedale che uno dei farmaci a lui prescritti sia disponibile presso la farmacia dello stabilimento, poiché le farmacie situate nel centro della città restano chiuse.

TEMPESTA IN ARRIVO. Già curati ma sotto osservazione, molti feriti si sistemano sui prati intorno agli edifici. Hanno ancora paura di tornare alle loro case, traumatizzati dalle frequenti scosse di assestamento. "La gente ha timore di tornare a casa, ma stanotte pioverà", spiega il dottor Paurus spostandosi tra i diversi reparti. “Cercheremo di ospitarli in uno dei locali antisismici del nosocomio mentre per i bambini del reparto pediatrico proveremo a montare delle tende in cortile”, aggiunge. La popolazione di Les Cayes teme infatti gli acquazzoni torrenziali e i venti violenti che potrebbe portare la tempesta tropicale Grace, che si prevede colpirà l'area nelle prossime ore. Il primo ministro Ariel Henry ha dichiarato lo stato d'emergenza, la misura resterà in vigore per un mese in un paese già gravemente provato da una profonda crisi civile e politica e che un mese fa ha visto l'uccisione del presidente Moise.

(16 ago - deg)

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