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Energia, l’esperta: acquisto Ue non conviene, meglio stoccaggio comune

Roma, 29 nov - L’idea di un acquisto condiviso, a livello europeo, del gas necessario per luce e riscaldamento invernali, non porterebbe benefici ai cittadini dell’Unione. Ne è convinta Ilaria Conti, responsabile gas presso la Florence School of Regulation, secondo cui il documento pubblicato dalla Commissione europea prevede molti possibili strumenti per la mitigazione del costo dell’energia, “ma questo del joint procurement è una di quelle neanche troppe nuove incluse nel documento, che anzi era già stata proposta in passato da alcuni paesi dell’Unione, in particolare alcuni dell’Est Europa, per fronteggiare il pericolo russo, per avere una contrapposizione in termini negoziali con il gigante Gazprom”. Secondo Ilaria Conti, intervenuta alla conferenza stampa organizzata alla Camera dal Movimento 5 Stelle e dal think tank Ecco - Environment Climate Change Organisation, “in realtà l’idea era stata messa in un cassetto e riproposta adesso. Siamo convinti che non possa essere la soluzione definitiva perché comporterebbe delle difficoltà di tipo pratico: mettere d’accordo 26 paesi su come negoziare determinate quantità di gas per i benefici di tutti è un’impresa abbastanza titanica”. Ma non è solo questo, secondo l’esperta: “il motivo principale per cui probabilmente non funzionerebbe è che il prezzo a cui questa negoziazione avverrebbe sarebbe comunque molto simile se non identico al prezzo di mercato che ogni singola azienda potrebbe negoziare, non ci sarebbero vantaggi per i consumatori finali. Tra l’altro tenere un prezzo fisso non è una grande idea perché negli anni il prezzo potrebbe anche abbassarsi”. Molto più conveniente potrebbe essere invece la proposta peraltro già avanzata dal premier Mario Draghi, quella di uno stoccaggio comune. “E’ un’ipotesi da verificare – spiega Ilaria Conti - ma costerebbe meno perché è molto probabile che non comprenderebbe la costruzione di nuove infrastrutture: è unna ipotesi che si potrebbe già realizzare tramite un meccanismo di regolazione, mettendo da parte una quota di gas già presente negli stoccaggi dei vari stati dell’Unione da poter utilizzare a livello collettivo in caso di emergenza, tramite leggi di regolazione”.
(PO / Sis)

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