Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Addio a Celati, l’intellettuale capace di muoversi tra Paesi e linguaggi diversi

È morto la scorsa notte, a Brighton, in Inghilterra, lo scrittore, traduttore e critico letterario Gianni Celati. Nato a Sondrio ma cresciuto nel ferrarese, aveva 84 anni, e dal 1989 viveva in Inghilterra insieme alla moglie. Da sempre un intellettuale irrequieto, dopo la sua laurea in letteratura inglese conseguita all’università di Bologna, gira il mondo, vivendo in Tunisia, a Londra e a Ithaca, dove ottiene una cattedra alla Cornell University, per poi tornare per un breve periodo nella sua Emilia- Romagna, per insegnare al DAMS, avendo qui tra i suoi allievi anche il celebre fumettista Andrea Pazienza. Esordisce come scrittore, nel 1971, con il romanzo “Comiche”, pubblicato da Einaudi e arricchito da una nota di Calvino: ispirato dagli appunti di un internato del manicomio di Pesaro, è caratterizzato da un susseguirsi di situazioni comiche e grottesche, spesso scollegate tra di loro e accompagnate da un linguaggio sperimentale, ricco di interruzioni di frasi ed invenzioni lessicali. Sebbene nel tempo il suo stile sia diventato più accessibile e le sue storie più lineari, una certa ironia di fondo non ha mai abbandonato né i suoi romanzi né i suoi saggi, così come il suo gusto per l’assurdo, evidente in opere come “Fata Morgana” (2005), protagonista del quale è una comunità che vive nei sogni.

Oltre che per le sue opere di narrativa, Celati è stato celebre per l’attività di traduttore. La sua conoscenza approfondita della lingua e delle cultura anglosassone, sviluppata trascorrendo quasi tutta la sua vita tra l’Inghilterra e l’America, unita alle sue radici italiane, gli ha permesso di sviluppare un talento unico nell’arte della traduzione, rendendoci possibile fruire dei capolavori di London, Melville, Conrad e Twain, nonché di opere di scrittori di lingua francese quali Stendhal e Céline; il suo lavoro più monumentale rimane in ogni caso la traduzione dell’Ulisse di Joyce, pubblicata nel 2013 e frutto di ben 7 anni di lavoro. A piangere la sua scomparsa è oggi tutto il panorama culturale italiano, conscio di aver perso uno dei più grandi intellettuali dei nostri tempi, nonché un celebre rappresentante degli italiani nel mondo. A farsi voce di questo cordoglio è il ministro della Cultura Dario Franceschini, il quale ha dichiarato: “Con dolore apprendo della scomparsa di Gianni Celati, un grande intellettuale del Novecento, un autore mai banale, uno straordinario traduttore che ha studiato con maestria la lingua italiana e le sue sonorità. È un giorno triste per la letteratura e per il nostro paese che perde anche un attento osservatore che ha saputo raccontare con semplicità l’Italia meno conosciuta, l'Italia dell'altrove. Mi stringo ai familiari e agli amici di Gianni Celati in questo triste giorno”. (Par - 3 gen)

(© 9Colonne - citare la fonte)