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Diane Blood, la donna fecondata dal marito morto

6/2/1997

Diane Blood, la donna fecondata dal marito morto

Il 6 febbraio 1997 una storica sentenza della corte d'appello inglese concede alla 32enne Diane Blood di potere essere fecondata con lo sperma del marito morto per una meningite nel febbraio di due anni prima. Purché l'inseminazione artificiale venisse fatta in una struttura sanitaria estera. La donna due anni dopo metterà alla luce un bambino in seguito ad un intervento operato a Bruxelles. Nel Regno Unito - dove il 26 luglio 1978 nacque la prima bambina concepita con l'inseminazione artificiale - si erano già avuti casi di inseminazione con sperma di un uomo deceduto. Ma il caso Blood aprì una delicata quanto accesa battaglia legale perché la donna aveva convinto i medici a prelevare il seme al marito mentre questo era in coma e quindi non aveva potuto dare il suo consenso. Ciò che spinse l'authority Human Fertilisation and Embryology Authority a negare il permesso alla donna, che venne confermato anche dall'Alta Corte, al primo grado di giudizio, cui la donna aveva fatto ricorso. Come detto la gravidanza di Diane Blood non è stata l'unica operata in condizioni speciali. Nel novembre 1992 la 53enne californiana Mary Shearing partorì due gemelle da ovuli fecondati dal seme del marito ma non suoi, bensì di una donatrice 20enne. Nel gennaio 1995 è nata a Roma una bambina, Elisabetta, frutto di un embrione fecondato della madre, morta due anni prima in un incidente stradale e che la zia, sorella del padre biologico, si era offerta di portare alla nascita. Nel luglio 1998 l'annuncio della gravidanza, in un ospedale di Los Angeles, di una giovane vedova fecondata con lo sperma prelevato al marito appena morto, laddove in altri casi simili gli spermatozoi erano stati congelati

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