Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

"Pehhia": le opere di Claudio Gaddini celebrano Pescia (PT)

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

La prima mostra prodotta e ospitata nel 2023 dalla Fondazione POMA Liberatutti di Pescia (PT) è dedicata a Claudio Gaddini, artista lucchese classe 1973, dal titolo "Pehhia. E la grande onda", visitabile dal 9 febbraio al 26 marzo. L'esposizione sarà inaugurata il 9 febbraio alle ore 18.00. Saranno presenti, oltre all'artista, la presidente onoraria Rita Fantozzi, il presidente Paolo Trinci, il vicepresidente Paolo Vitali, i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione e la curatrice della Fondazione POMA Liberatutti Marta Convalle. Il percorso espositivo, che si sviluppa al primo piano della Fondazione, comprende una ventina di opere inedite, tutte realizzate dal 2019 al 2022. Il titolo della mostra è stato scelto dall'artista in omaggio alla città di Pescia, "pehhia" infatti nella toponomastica longobarda è l'equivalente di fiume, e al suo legame con l'acqua. Le opere a parete afferiscono a due diversi cicli: “Human Geographies” e “Carpets”, accomunati dall'uso del reticolato di polietilene, uno scarto di lavorazione industriale, duttile e traslucido. Le opere della serie "Human Geographies" sono interamente giocate sui toni del bianco. Nei "Carpets", presentati per la prima volta a Pescia, Claudio Gaddini dipinge senza far uso di pigmento, attraverso la giustapposizione di cordicelle di juta naturale e colorata. La mostra si completa con la grande installazione site-specific intitolata "In golena tra disastri, tesori e coriandoli", che si sviluppa lungo la parete principale della Fondazione, dal piano terra al ballatoio del piano superiore. L'esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue italiano e inglese edito da Fondazione POMA Liberatutti nella collana PomArte, curato da Marta Convalle con la prefazione di Paolo Trinci, il testo critico di Chiara Serri e un ricco apparato iconografico. Il volume sarà presentato al pubblico l'11 marzo. (gci)

LA BELLEZZA DI NEW YORK NEGLI SCATTI DI UGO NESPOLO

La Reggia di Colorno (PR) continua a proporre le esperienze di autori e artisti, italiani e internazionali, che hanno utilizzato la fotografia come linguaggio artistico, stavolta ospitando la mostra "Ugo Nespolo. Wanderer about New York", a cura di Sandro Parmiggiani e visitabile dallo scorso 21 gennaio fino all'11 aprile, che presenta alla Reggia le fotografie scattate da Ugo Nespolo a New York nel corso degli anni Ottanta e Novanta. Nespolo è a New York già negli anni Sessanta: l'America è un mito e vi si reca con voli low cost, attraversando gli Stati Uniti su un autobus delle linee Greyhound. Nespolo sente che là ci sono molte cose che lo interessano, compresa la cultura Pop. Da allora, torna varie volte negli Stati Uniti. Amico fraterno di George Litto, produttore cinematografico e talent scout, sta per mesi sul set di film di Robert Altman e di Brian De Palma. Negli anni Ottanta abita a New York e frequenta assiduamente il Village. Le 40 fotografie esposte a Colorno, scelte tra le centinaia che sono nel suo archivio, sono state scattate da Nespolo tra il 1981 e il 1997 nella Grande Mela, vagando per ore nelle strade di New York, soprattutto nel Sud Manhattan. I suoi scatti documentano proprio quegli anni mitici. Ugo Nespolo nasce a Mosso Santa Maria (Biella) nel 1941. Si laurea in Lettere Moderne all'Università di Torino e poi si diploma all'Accademia Albertina di Belle Arti della stessa città, dove tuttora vive e lavora. Tiene le prime mostre personali nel 1966 e da allora numerosissime sono le sue esposizioni, sia personali sia di gruppo. L'ultima mostra pubblica è quella tenutasi nel 2019 al Palazzo Reale di Milano. Fin dall'esordio Nespolo è protagonista, pur con una poetica assolutamente personale, dei movimenti d'avanguardia dell'epoca (Fluxus, Concettuale, Arte povera). Nespolo è pittore, scultore (anche ceramica e vetro), autore di scenografie teatrali e soprattutto di film sperimentali, che inizia a realizzare nel 1967, dopo aver incontrato Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol e Yoko Ono. Ai suoi film sono state dedicate rassegne speciali al Centre Pompidou di Parigi, alla Tate Modern di Londra e alla Biennale di Venezia. È stato esponente di punta, con Baj, della Patafisica italiana e ha tenuto verso la fine degli anni Sessanta vari concerti Fluxus con Ben Vautier. Ha pubblicato articoli su quotidiani e riviste, e saggi, in particolare sull'estetica e sul sistema dell'arte, del quale ha spesso fustigato i costumi: da citare i recenti "Maledette Belle Arti" (Skira, Milano 2019), "Per non morire d'arte" (Einaudi, Torino 2021) e "Vizi d’arte" (Skira, Milano 2022, a cura di Sandro Parmiggiani e con prefazione di Alberto Manguel). Il 29 gennaio 2019 gli è stata conferita la laurea honoris causa in Filosofia all'Università degli Studi di Torino. (gci)

TRA LE PAROLE E L'ARTE DI ETTORE SOTTSASS A MILANO

Milano incontra le opere di Ettore Sottsass. Dallo scorso 20 gennaio fino al 2 aprile Triennale Milano presenta la mostra "Ettore Sottsass. La Parola", curata da Marco Sammicheli con Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, art direction di Christoph Radl. Dopo "Struttura e colore" (3 dicembre 2021 - 12 giugno 2022) e "Il calcolo" (15 luglio 2022 - 8 gennaio 2023), il terzo progetto del ciclo espositivo dedicato a Ettore Sottsass si concentra sull'uso, vario, costante e molteplice, della parola nella produzione dell'architetto e designer. L'esposizione, come le due precedenti, è allestita all'interno di Sala Sottsass, dove da gennaio 2021 si trova l'installazione permanente di "Casa Lana": l'interno di una residenza privata progettata da Sottsass intorno alla metà degli anni Sessanta a Milano, ricostruito fedelmente in Triennale e accessibile al pubblico grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass. La mostra riunisce una selezione di disegni, oggetti, scritti e opere inedite con l'intento di proporre un'antologia visiva e letteraria che rappresenti l'essenza dell'originale vena narrativa di Sottsass. La mostra lascia emergere la molteplicità di forme in cui la parola è presente nell'opera di Ettore Sottsass: elenchi, descrizioni, confessioni, diari, corsivi, racconti, riviste, manifesti, fanzine, articoli, interventi, conferenze e recensioni, tutte tracce utilizzate per accompagnare i momenti e i movimenti delle sue opere. I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile Milano sostengono Triennale Milano anche per questa mostra. Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, dichiara: "Ettore Sottsass possedeva il dono rarissimo di una scrittura limpida e ricchissima di profonde suggestioni. Distillava con le parole concetti e immagini che ancora oggi arrivano dirette al cuore di chi legge, di chi si lascia condurre, e inevitabilmente incantare, nel suo immaginario intimo di spazi, oggetti e vicende umane". "La parola che si mischia all'arte visiva e al progetto può essere per Ettore Sottsass metafora, condensazione, stratificazione di esperienze e simboli - afferma Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano - È un ponte tra la grammatica visiva e quella poetica, una fonte di conoscenza accidentale per infondere dubbio, per immaginare, per scoprire, completare e soprattutto per continuare a cercare". (gci)

"PULCINELLA": I DISEGNI DI MIMMO PALADINO A PADOVA

A trent'anni dall'esposizione del ciclo dei "104 disegni di Pulcinella" di Mimmo Paladino, ispirati per numero e soggetto al capolavoro di Giandomenico Tiepolo "Divertimenti per li regazzi", i Musei Civici di Padova presentano l'intero corpus di disegni restaurati nella mostra "Mimmo Paladino. Pulcinella", curata da Flavio Arensi e Stefano Annibaletto, ospitata al Museo Eremitani dallo scorso 21 gennaio fino al 10 aprile. L'esposizione è interamente prodotta dai Musei Civici, con la collaborazione dello Studio Paladino e del suo Archivio. Nel 1992 Mimmo Paladino realizzò i "104 disegni di Pulcinella": l'importanza di questa cartella, che non ha mai avuto una committenza, non è soltanto di rappresentare, nel complesso percorso artistico di Paladino, il primo progetto articolato di racconto per immagini, per certi versi una sorta di storyboard per un film, quanto d'identificare un momento di grande attenzione critica per il disegno, in particolare sul palcoscenico internazionale. I "104 disegni di Pulcinella" di Paladino furono infatti protagonisti nel 1992 di una mostra, curata da Michele Bonuomo insieme al volume, ormai raro, ospitata da Palazzo Liberty a Torino, quindi dall'Albertina di Vienna (1993) e dal Kunsthal di Rotterdam (1994). Tiepolo è servito a Paladino come pretesto per raccontare la vicenda di Pulcinella, come maschera universale, ma anche come riflessione sulla storia dell'arte e sulla possibilità di non cercare cesure col passato quanto piuttosto aprirsi a qualsiasi opportunità espressiva. Per Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, la mostra "è la conferma di un'attenzione sempre più puntuale verso l'arte contemporanea, per una città che custodisce il capolavoro di Giotto ed è capitale dell'affresco trecentesco, ma che ha visto nella sua storia una continuità figurativa che si è rinnovata nei secoli, fino al Novecento". (gci)

A BRESCIA UN "DERBY" TRA PITTORI RINASCIMENTALI BRESCIANI E BERGAMASCHI

I pittori rinascimentali bresciani e bergamaschi a confronto: dallo scorso 21 gennaio fino all'11 giugno, Palazzo Martinengo a Brescia accoglierà i capolavori dei più importanti maestri dell'arte attivi tra il '500 e il '700 a Brescia e Bergamo nella mostra "Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo", curata da Davide Dotti. L'esposizione, una delle più attese del programma per "Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023", è organizzata dall'Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio di Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Comune di Bergamo e Fondazione Provincia di Brescia Eventi. L'esposizione presenta una selezione di oltre 80 capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private sia italiane che estere, che dà vita, appunto, a un vero e proprio "derby" culturale e artistico: i lavori dei grandi maestri bresciani del Rinascimento quali Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo e Gambara sono messi a confronto con quelli dei bergamaschi Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali e Lotto. Anche quest'anno, l'Associazione Amici di Palazzo Martinengo si fa promotrice di una importante iniziativa benefica a sostegno della lotta contro il cancro, devolvendo l'1% del ricavato della biglietteria a Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, con l'obiettivo di sostenere la migliore ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori. Inoltre, "Molecola della vita", la grande installazione inedita di Maurizio Donzelli (Brescia, 1958), che racchiude il significato profondo e i valori di "Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023", sarà battuta all'asta e i proventi derivanti dalla vendita delle varie parti che compongono il lavoro dell'artista bresciano saranno interamente destinati ad AIRC. "Per un anno unico e irripetibile come sarà per Brescia e Bergamo il 2023 - afferma il curatore Davide Dotti - ho ideato un'esposizione speciale e diversa rispetto alle ultime otto curate in Palazzo Martinengo. La mostra, infatti, sposando il significato profondo della Capitale Italiana della Cultura 2023, propone un inedito ed emozionante confronto tra i più grandi pittori attivi nelle due città durante i quasi quattro secoli di dominazione veneziana, dando così vita un vero e proprio derby artistico e culturale che prosegue al piano nobile di Palazzo Martinengo nelle sezioni dedicate all'architettura, alla musica, alle tradizioni gastronomiche e ai due grandi papi del Novecento e al loro rapporto con l'arte e gli artisti. Percorrendo le sale del Palazzo il pubblico compie così un emozionante viaggio ricco di opere inedite, sorprese e curiosità, il cui obiettivo è dare risalto allo straordinario patrimonio culturale che si è stratificato nel corso dei secoli a Brescia e Bergamo, nonché stimolare una nuova presa di coscienza su un capitolo fondamentale della storia dell'arte italiana, scritto dai grandi maestri della pittura attivi nelle due città, gemellate nell'anno della Capitale Italiana della Cultura". (gci)

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