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La lingua italiana sempre più amata in Perù

L'Istituto Italiano di Cultura di Lima organizza per il prossimo 22 luglio un doppio appuntamento con il professor Tellis Marin, docente di italiano per stranieri, autore di diversi libri di testo in materia e direttore dell'editoriale Edilingua. In occasione della Feria del Libro di Lima, Marin terrà una conferenza intitolata “Per insegnare bisogna emozionare”, diretta al pubblico in generale, e poi terrà un laboratorio specifico per gli insegnanti di italiano in Perù nella sede dell'IIC di Lima. 

“Il panorama delle istituzioni italiane riguardo alla cultura e all'insegnamento dell'italiano in Perù è legato soprattutto a due scuole paritarie riconosciute che fanno parte dello stesso gruppo che si chiama Associazione Educazionale Antonio Raimondi”, spiega a 9Colonne Maurizio Leva, responsabile dell'Ufficio Culturale dell'IIC di Lima. “Sono scuole bi-culturali, riconosciute come tali, che coprono il ciclo superiore una e fino alla scuola media l'altra. Esistono tante altre realtà nelle scuole locali che insegnano l'italiano o attraverso programmi formalmente riconosciuti dal ministero italiano che contribuisce al loro sostegno, attraverso le cosiddette “Cattedre di Italiano”. Attualmente abbiamo cattedre di Italiano in due scuole (Colegio María Auxiliadora de Breña e Colegio Sor Querubina de San Pedro) e in un’università (Universidad Católica Sedes Sapientiae)”. Leva è in Perù ormai da vent'anni, e per molti anni si è dedicato all'insegnamento, prima di ricoprire l'attuale ruolo all'interno dell'Istituto di Cultura, e conosce molto bene il panorama dell'offerta linguistica nel paese. “Proprio in questi giorni stiamo facendo un po' di studi intorno all'insegnamento nelle varie realtà, scuole, università e associazioni, e non è facile fare emergere quello che realmente esiste. Però in base a questi dati noi sappiamo che in Perù ci sono stati nel 2022 circa 10.000 studenti che hanno seguito corsi di italiano in tutte queste realtà. Tenendo conto che non è una lingua fondamentale per le scuole e per le università, si tratta comunque di un dato non indifferente”. 

 Leva racconta che l'IIC di Lima è primo nel mondo tra gli altri Istituti per numero di iscrizioni ai corsi di italiano. Nel 2021, quindi durante il lockdown, ha raggiunto il picco di 21.400 iscrizioni. “C'è stato un incremento di interesse verso la lingua italiana sia da parte delle persone che riscoprono un po' le proprie origini, sia per l’ottenimento della cittadinanza, che prevede -tra le altre cose- anche la conoscenza certificata della lingua italiana a un livello B1. Poi c'è un dato interessante legato a coloro che vanno a studiare in Italia: "la situazione economica del Perù è migliorata rispetto a qualche decennio fa e quindi ci sono famiglie mandano i propri figli a studiare in Italia, dove spesso si trovano anche familiari insediatisi da molti anni e che rappresentano un importante punto di riferimento”. Insomma, l'interesse per l'apprendimento dell'italiano in Perù c'è, quello che manca però, sostiene Leva, è una strategia per garantire una formazione strutturata e permanente dei docenti. “Il problema poi diventano i docenti, perché se rispetto a quando io sono arrivato, alla fine degli anni '90, ci sono molte più opportunità formative, oggi però è complicato formare e selezionare nuovi docenti. Non si è strutturato in maniera sistematica, né è stato messo in rete un sistema formativo che permettesse di creare nuove generazioni di docenti, per stare al passo con la crescita degli studenti”. Una problematica che l'IIC cerca di affrontare proponendo attività coi migliori ricercatori e docenti di italiano per stranieri. Nel novembre 2022 l’IIC ha ospitato Paolo Torresan e Carlo Guastalla, per tenere un corso intensivo; il corso si è ripetuto in modalità ibrida tra febbraio e marzo di quest'anno. Il laboratorio di Telis Marin si iscrive, dunque, nella più ampia offerta formativa che l'IIC cerca di garantire ai docenti di italiano in Perù. (Fel)

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