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Ex Ilva, lavoratori in piazza. L'Abbate (M5s): bene incontro governo entro 7/11

Roma, 20 ott - La mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici dell'ex Iva, degli addetti degli appalti e di tutta la filiera, che si sono ritrovato oggi a Roma in corteo fino a piazza Santi Apostoli, un primo risultato l'ha dato: l'apertura del governo a un incontro, previsto entro il 7 novembre, in cui fare chiarezza sul futuro degli stabilimenti (non solo quello di Taranto, ma anche quello di Novi Ligure) in seguito alle voci del possibile disimpegno delle quote statali a favore di ArcelorMittal, oltre che sul proseguo dei piani di bonifica, manutenzione e investimenti. Oggi, tra l'altro, l’esasperazione dei lavoratori dell’impianto tarantino ha raggiunto il limite: mentre si dirigevano a Roma per la manifestazione, infatti, hanno deciso spontaneamente di occupare l’autostrada Roma-Napoli all’altezza dell'area di servizio Frascati Est. Vicinanza alla protesta, e parziale soddisfazione per l'apertura del tavolo, è arrivata da tutte le sigle sindacali, dalla Cgil che chiede "risposte concrete, anche sui temi ambientali a sostegno di un settore strategico come quello siderurgico, non solo a tutela dei lavoratori e dei siti del gruppo, ma dell'intero sistema industriale italiano, che ha bisogno di acciaio" fino alla Unione dei Sindacati di base, per i quali "da decenni i lavoratori dell’Ex Ilva di Taranto sono costretti in un limbo dalle amministrazioni che si sono succedute in acciaieria e dai governi del nostro Paese" con la gestione Morselli, per conto della multinazionale ArcelorMittal, che "sta portando alla chiusura degli stabilimenti, con colpevole abbandono della manutenzione e mancati investimenti che rendono gli impianti inefficienti e pericolosi per i lavoratori, come per la stessa popolazione tarantina".

 Presenti in piazza anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle Mario Turco e Patty L'Abbate che hanno lamentato l'operato del governo relativamente all'ex Ilva, da considerarsi "disastroso su tutta la linea, all'insegna della confusione, dell'approssimazione e dei definanziamenti, oltre 1,2 miliardi del Pnrr" e i 680 milioni "regalati dal governo Meloni a un'azienda senza prospettive e senza un piano industriale. " A 9colonne L'Abbate ricorda che "quello che vogliono i lavoratori è semplicemente la verità, la verità su quello che è il loro futuro. E non parliamo solo di chi lavora all'interno dell'acciaieria Ilva, ma stiamo parlando di tutto l'indotto, autotrasportatori e tutti coloro che in modo indiretto lavorano con questa impresa. Ci auguriamo che il governo si renda conto della situazione molto critica e vada incontro a tutte le famiglie". "Ci deve essere una trattativa con le rappresentanze dei lavoratori – spiegano i manifestanti – così come oggi c'è una trattativa secretata con ArcelorMittal".
(PO / Sis)

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