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direttore Paolo Pagliaro

MO, BLINKEN: ALL’ONU
RISOLUZIONE TREGUA

MO, BLINKEN: ALL’ONU <BR> RISOLUZIONE TREGUA

Il segretario di Stato americano Antony Blinken prosegue oggi la sua azione diplomatica in Medio Oriente con la prevista tappa egiziana. Al Cairo è in programma l’incontro con il presidente Abdel Fattah Al-Sissi. Ieri, il dipartimento di Stato Usa ha annunciato che al settimo viaggio di Blinken dall’inizio della crisi del 7 ottobre, è stata aggiunta per domani una ulteriore, e senz’altro importante tappa in Israele. Intanto nella serata di ieri Blinken ha affermato in un'intervista ai media sauditi che gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di sicurezza dell'Onu un progetto di risoluzione nel quale viene chiesta una tregua nella Striscia di Gaza. “Abbiamo effettivamente presentato una risoluzione, ora all'esame del Consiglio di Sicurezza, che chiede un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi e speriamo vivamente che i paesi la sostengano”, ha spiegato il rappresentante di Washington, auspicando che tale iniziativa possa inviare un “segnale forte”.

Va ricordato che gli Stati Uniti hanno posto il veto a diverse risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco immediato nella guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese. Il capo della diplomazia americana è arrivato mercoledì in Medio Oriente per nuove discussioni su una tregua nella Striscia di Gaza, dove la carestia minaccia la popolazione palestinese dopo cinque mesi e mezzo di guerra. “Abbiamo lavorato molto duramente con il Qatar, con l’Egitto e con Israele per mettere sul tavolo una proposta forte – ha detto Blinken -. Lo abbiamo fatto; Hamas non ha accettato. E adesso ha avanzato altre richieste. I negoziatori ci stanno lavorando proprio adesso”. Uno dei punti di dissidio maggiori tra le parti è quello relativo al rilascio degli ostaggi. L’ultima proposta di Hamas, avanzata la scorsa settimana, prevedeva il rilascio di alcuni prigionieri israeliani in cambio della liberazione di un numero compreso tra i 700 e i mille detenuti palestinesi. Il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ha però bocciato l’ipotesi definendola “irrealistica”.

(21 MAR - deg)

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