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direttore Paolo Pagliaro

APPENDINO: DAL PD
TROPPE FORZATURE

APPENDINO: DAL PD <BR> TROPPE FORZATURE

Dietro la rottura con il Pd in Piemonte “ci sono le mancate risposte a temi programmatici per noi dirimenti. La loro forzatura sulla scelta della candidata è stato solo l’ultimo elemento che ha reso evidente l’impossibilità di presentarsi insieme. Questo Piemonte è malato e il Pd non può essere la cura, non essendosi concretamente discostato da un passato in cui ha contribuito allo sfascio della sanità pubblica e non rinnegando il principio del partenariato pubblico-privato attuato anche da Cirio”. Così Chiara Appendino al Corriere della Sera. Andando divisi non c’è il rischio di fare un autogol consegnando facilmente la Regione alla destra? “Vedremo come si esprimeranno i cittadini, noi ci presentiamo con un nostro progetto di cambiamento ambizioso e credibile. A Cirio in Piemonte stiamo vedendo fare gli stessi danni di Meloni al governo, cioè la privatizzazione della sanità, la furia ideologica contro i diritti civili, la negazione della transizione ecologica. Per opporsi in modo serio serve un progetto coraggioso e intransigente. Serve un piano d’azione per rilanciare con decisione la sanità pubblica; riprendere senza indugi le trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali; opporsi al consumo di suolo sventrando un parco per costruire un ospedale per il quale ci sono luoghi ben più adatti. Nei prossimi giorni presenteremo il nostro progetto e il nostro candidato presidente”. Calenda e Renzi possono essere vostri interlocutori nonostante le accuse spesso aspre che vi scambiate reciprocamente? “Più che altro sono interlocutori della destra ormai. Il campo larghissimo lo hanno fatto loro partendo da Meloni e arrivando a Calenda e Renzi con cui si alleano e spesso e volentieri votano in Parlamento”. (21 MAR / deg)

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