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direttore Paolo Pagliaro

CALDERONE: PIU’ CONTROLLI
MA CULTURA SICUREZZA

CALDERONE: PIU’ CONTROLLI <br> MA  CULTURA SICUREZZA

Molti dati, ma soprattutto la sottolineatura dell’importanza di una “cultura della sicurezza”: Nella sua informativa al Parlamento – prima Camera, poi Senato – sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, la ministra Elvira Calderone scandisce innanzitutto che “vi è l'urgenza nel nostro Paese di implementare la cultura della sicurezza in tutti gli ambiti della vita lavorativa”. I fatti accaduti di recente a Firenze, con il crollo del cantiere Esselunga, che ha dato la spinta per il nuovo intervento del governo, e le tragedie “che ci troviamo ad affrontare troppo spesso e quasi quotidianamente, difatti, ci costringono a confrontarci con una realtà che necessita non solo di interventi ben definiti, ma anche e soprattutto di una nuova cultura e consapevolezza della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori".  Calderone, che in Senato inizia a parla salvo commuoversi dopo pochi secondi, ricorda nella sua informativa gli sforzi principali fatti dal suo ministero nell’ultimo anno e mezzo, in particolare che nel 2023 “abbiamo avuto un incremento del 20% delle ispezioni, che arriverà al 40% nel 2024, anche grazie al completamento della formazione del personale assunto lo scorso anno".

Nello specifico, “prorogando sino al 31 dicembre 2025 le autorizzazioni all'assunzione di personale ispettivo non utilizzate dall'Ispettorato nazionale del lavoro, per un numero complessivo di 466 unità, e autorizzando l'assunzione di ulteriori 250 unità di personale ispettivo da impiegare nell'attività di vigilanza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e di 50 unità per l'Arma dei carabinieri, abbiamo messo a disposizione  un contingente ancora più ampio di personale tecnico addetto al controllo dei luoghi di lavoro".  La ministra difende poi l’introduzione della cosiddetta ‘patente a punti’ per le imprese, che “sindacati e diverse forze politiche chiedevano da anni: le critiche sono ingenerose perché i crediti non sono stati definiti a caso:  non miriamo ad attribuire un punteggio alla vita umana, che ha un valore incalcolabile, ma qualificare le imprese, come strumento di riconoscimento di quelle virtuose che operano correttamente sul mercato".

(Sis)

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