Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

L’EUROPA DIBATTE
SULLE ARMI A KIEV

L’EUROPA DIBATTE <BR> SULLE ARMI A KIEV

Roma, 21 mar – Fittissima l’agenda del Consiglio europeo che ha preso il via oggi. Sul tavolo il sostegno all’Ucraina, la crimi mediorientale, l'approvazione della candidatura della Bosnia-Erzegovina per l’adesione all’Ue e il tema dell'agricoltura. Il vertice è entrato nel vivo con il pranzo di lavoro alla presenza del segretario generale dell’Onu Antonío Guterres che ieri ha esortato Israele a concedere un accesso “immediato e senza restrizioni” a Gaza per scongiurare la carestia incombente. “Dobbiamo attenerci ai principi” del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, “in Ucraina come a Gaza, senza doppi standard”, ha detto il segretario delle Nazioni Unite. “Viviamo in un mondo caotico, con le superpotenze in contrasto tra loro – ha dichiarato Guterres ai giornalisti –. Ci confrontiamo con una situazione di impunità, in cui qualsiasi paese o gruppo armato pensa di poter fare quello che vuole, perché non esiste alcuna responsabilità. E quando viviamo in un mondo caotico, è molto importante attenersi ai principi fondamentali, e questi principi sono chiari: la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale, l'integrità territoriale dei paesi, il diritto internazionale umanitario. Questo è il motivo per cui crediamo che sia essenziale avere la pace per l'Ucraina, ma una pace pienamente in linea con i principi, il che significa una pace che rispetti la Carta, il diritto internazionale, l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. Questo – ha detto Guterres – è il motivo per cui crediamo, per le stesse ragioni, che sia necessario un cessate il fuoco a Gaza. Mentre condanniamo gli attacchi terroristici del 7 ottobre e altre violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di Hamas, condanniamo anche il fatto che stiamo assistendo a un numero di vittime civili a Gaza senza precedenti nel mio mandato di Segretario generale. E un principio fondamentale del diritto internazionale umanitario è la protezione dei civili”. Dunque, ha concluso il segretario generale dell’Onu, “dobbiamo attenerci ai principi, in Ucraina come a Gaza, senza doppi standard”.

A tenere banco nelle prime dichiarazioni dei leader europei è stata la guerra in Ucraina e la necessità di non perdere la spinta nel sostegno a Kiev. Giungendo al vertice, il primo ministro estone Kaja Kallas, ha ribadito il suo appello affinché i paesi dell’Unione “spendano di più per aiutare l'Ucraina. Penso inoltre che sia molto importante procedere con l'apertura dei negoziati di adesione. Avevamo già preso la decisione a dicembre, quindi dovremmo andare avanti anche con questo”. Per Kallas, usare i profitti derivanti dai beni russi congelati per aiutare l’Ucraina, sarebbe un “primo passo”. Si tratta di una somma tutt’altro che trascurabile, dato che si tratta degli interessi generati da ben 190 miliardi di euro di beni che al momento sono stati sottratti a Mosca. Su tale argomento si è detto d’accordo anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz per il quale i beni russi congelati “dovrebbero essere utilizzati innanzitutto per acquistare le armi e le munizioni di cui l'Ucraina ha bisogno per difendersi”. Scholz si è dichiarato ottimista sulle possibilità che i leader trovino la quadra sulla questione anche se la questione appare complessa non ultimo per il fatto che tale misura richiederebbe l’unanimità ed è improbabile che l’Ungheria sostenga l’uso del denaro per le armi a Kiev. Da parte sua, il presidente lituano, Gitanas Nausėda, ha auspicato la creazione di “nuove forme” di sostegno militare a Kiev, ribadendo la necessità di avviare i negoziati per l’adesione all’Ue del paese invaso. “Dovremmo farlo il prima possibile – ha detto Nausėda – perché è una questione sulla qual si gioca la nostra credibilità. L’Ucraina ha attuato le riforme necessarie in situazioni e condizioni straordinariamente difficili. Adesso dunque è il nostro turno di rispettare la parola”. (21 MAR - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)