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direttore Paolo Pagliaro

MO, RAISI A PUTIN:
NO ALL’ESCALATION

MO, RAISI A PUTIN: <BR> NO ALL’ESCALATION

Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà per la terza volta dall’attacco iraniano di sabato notte per discutere sulla risposta da dare “sul terreno” all’azione di Teheran, che a sua volta ha affermato di aver reagito alla distruzione, il primo aprile, del consolato della repubblica islamica a Damasco. Da parte sua, il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi, ha confermato che, nonostante gli appelli alla de-escalation della diplomazia internazionale, compresa quella statunitense, lo Stato ebraico non intende restare passivo. “Questo lancio di così tanti missili, missili da crociera e droni che hanno colpito li nostro territorio riceverà una risposta”, ha dichiarato durante una visita a una base dell’aviazione danneggiata dagli ordigni iraniani.

Dall’altra parte della barricata, il presidente iraniano Ebrahim Raisi, in una conversazione con l’omologo russo Vladimir Putin, ha ribadito oggi  che le azioni dell’Iran sono state “forzate” e di “natura limitata” e ha sottolineato ancora una volta “il disinteresse” della repubblica islamica “per un’ulteriore escalation”. In una nota del Cremlino, si sottolinea che “entrambe le parti hanno affermato che la causa principale degli attuali eventi in Medio Oriente è l’irrisolto conflitto israelo-palestinese. A questo proposito, sono stati confermati gli approcci di principio di Russia e Iran a favore di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, che allenti la difficile situazione umanitaria e crei le condizioni per una soluzione politica e diplomatica della crisi”.

Sul fronte diplomatico va inoltre segnalata la visita del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock in Israele proprio per discutere le modalità per “evitare un'ulteriore escalation”, come ha spiegato la stessa rappresentante del governo tedesco. La ministra intende assicurare ai partner israeliani “la piena solidarietà della Germania” dopo l’attacco di sabato valutando inoltre il varo di ulteriori sanzioni a Teheran da parte dell’Unione Europea.

Intanto, non si fermano le operazioni militari di Tsahal nella Striscia di Gaza. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha reso noto che nelle ultime ore in una serie di attacchi aerei sarebbe stati uccisi “una ventina” di palestinesi. In particolare, fonti mediche hanno riferito che l’aviazione con la Stella di Daviv ha preso di mira la moschea di Al-Fakhoura a ovest del campo profughi di Jabalia, nel nord dell’enclave, provocando diverse vittime. Nel quadrante centrale della Striscia, sono invece proseguiti per il sesto giorno consecutivo gli intensi bombardamenti di artiglieria e missili sul campo di Nuseirat, provocando nelle ultime ore almeno cinque vittime. Le truppe israeliane hanno inoltre lanciato centinaia di volantini sull’area settentrionale di Gaza per informare i residenti che l'area a nord del Wadi Gaza è una “zona di combattimento pericolosa” dalla quale è consigliata l’evacuazione.

Oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha arringato le nuove reclute delle forze di terra ribadendo la necessità di combattere Hamas “senza pietà”. “Vi state unendo all’esercito israeliano in gloriose unità combattenti per respingere un nemico crudele, i mostri che ci hanno attaccato”, ha detto il premier parlando alla base di Tel-HaShomer, aggiungendo: “Li colpiremo senza pietà e li sconfiggeremo”.

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, dall’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia, sarebbero morti almeno 33.843 palestinesi ed altri 76.575 sarebbero rimasti feriti. La stessa fonte afferma che nelle ultime 24 ore si sono contati 46 morti e 110 feriti. (16 APR - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)