(5 giugno 2017) Costruire società più giuste e più eque, affrontare il tema della salute e delle disuguaglianze in ogni angolo del mondo grazie a strategie globali che chiamano i Paesi a un impegno concreto. Il Festival dell’Economia di Trento, dedicato quest’anno al tema “Salute disuguale”, ha dato ampio spazio alla solidarietà internazionale e ai progetti di cooperazione allo sviluppo. Riflettori puntati in particolare sull’Uganda, che sta facendo passi in avanti sull’equità di trattamento in campo sanitario. “L'Uganda è uno dei paesi africani in cui la situazione della sanità sta migliorando sempre più – ha affermato Joyce Moriku Kaducu, viceministra con delega alla salute primaria del governo ugandese-. Abbiamo avuto un importante abbassamento del tasso di mortalità anche infantile negli ultimi anni ma nonostante questo abbiamo ancora molto da fare. Per questo abbiamo messo a punto una strategia per continuare a migliorare la situazione sanitaria e le prime questioni rimangono l'accesso semplificato alle cure primarie e la prevenzione: possiamo fare moltissimo con misure preventive, con la promozione della salute. Oltre il 70% delle malattie che abbiamo in Uganda possono essere prevenute. Quando parliamo di malaria per esempio: possiamo prevenire la malaria con alcune misure di controllo dell'ambiente... Allo stesso modo se parliamo di diarrea nei bambini o di colera”. La solidarietà in ambito sanitario non può prescindere dall’interazione e il dialogo operativo fra gli interventi di cooperazione e i governi locali: “L'Italia è uno dei Paesi con cui l'Uganda intrattiene collaborazioni più produttive – ha sottolineato Aceng - e in particolare ci sono alcune province che supportano il nostro paese direttamente con progetti di cooperazione, una di queste è la provincia di Trento. Salute, educazione, agricoltura: sono molti e diversi gli stakeholder con cui ci relazioniamo. Credo che i nostri rapporti potranno crescere ancora in una logica di scambio. Anche gli italiani potranno imparare qualcosa dall'Africa: molti problemi che abbiamo tutti non possono essere gestiti dai Paesi singoli ma devono essere risolti con una visione globale e collettiva unendo le forze e le competenze per soluzioni migliori e adatte a tutti”. (PO / Sul-Sip)
SCHEDA / DONNE LEADER IN UGANDA
“È possibile in Uganda essere una donna leader, anche ad alti livelli. Io ne sono prova – racconta Joyce Moriku Kaducu -. Siamo molto contenti di questo perché dimostra che il governo incoraggia le donne alla partecipazione. Abbiamo in questo momento un'agenda importante dedicata alle donne e siamo convinti che il mondo delle donne sia vibrante e pronto a produrre risultati importanti. Avere una donna che si occupa di salute significa maggiore attenzione nei confronti delle nostre madri, delle nostre figlie, nei confronti delle nascite e dell'assistenza alle gravidanze. In tutto il mondo le donne stanno dimostrando che possono e vogliono essere rappresentate e questo è molto importante a qualsiasi latitudine.
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