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Da New York a Bologna la fototeca d’arte di Everett Fahy

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Da New York a Bologna la fototeca d’arte di Everett Fahy

(6 giugno 2017) Con una lettera al Rettore dell’Università di Bologna, lo studioso americano Everett Fahy ha dichiarato la volontà di donare alla Fondazione Federico Zeri le sezioni relative alla pittura italiana della sua fototeca. Una volontà maturata negli anni in virtù del legame con il grande studioso, ma anche il riconoscimento per lo straordinario lavoro scientifico della Fondazione e i risultati raggiunti con l’innovativo progetto che ha portato alla creazione del più importante database online sulla pittura italiana. Everett Fahy, storico dell’arte e studioso del Rinascimento italiano, è stato direttore della Frick Collection di New York (1973‐1986), poi capo curatore del dipartimento di pittura europea del Metropolitan Museum (1986‐2009). Ha conosciuto Federico Zeri alla fine degli anni Sessanta, i due hanno coltivato per tutta la vita un fervido rapporto fatto di scambi, ricerche, scoperte. E’ membro del Collegio scientifico della Fondazione Federico Zeri fin dal momento della sua costituzione. “Siamo onorati – dichiara il Rettore dell'Università di Bologna Francesco Ubertini – di poter accogliere le sezioni sulla pittura italiana della fototeca di Everett Fahy. Si tratta di un lascito importante, che va ad arricchire ulteriormente il già preziosissimo patrimonio della Fondazione Federico Zeri e dell’Alma Mater. Come Ateneo ci stiamo impegnando fortemente sul fronte delle Digital Humanities: un campo nel quale troveranno spazio anche le attività di digitalizzazione utili per la catalogazione di questo materiale”. (Red)


SCHEDA / LA FOTOTECA FAHY


La Fototeca Fahy è un archivio di grande valore per la storia dell’arte italiana. Si tratta di oltre 40.800 fotografie e documenti raccolti in 398 contenitori. La donazione, attualmente legata alla King Baudouin Foundation United States, è a Bologna dal mese di marzo 2017, in deposito presso la Fondazione Federico Zeri. “Sono allo studio – si legge in una nota - ipotesi per la catalogazione e la corretta valorizzazione scientifica dei materiali, perché possano essere resi disponibili a studenti e studiosi, e integrare il database online con nuove opere e immagini. La Fondazione Zeri intende infatti cogliere tutta la complessità e l’importanza di questo archivio per elaborare un progetto sperimentale di conversione in digitale che preveda l'applicazione delle nuove tecnologie alle Digital Humanities (software di image‐recognition, strumentazioni speciali per le scansioni fotografiche, ecc.). Il focus della raccolta è costituito dall’arte italiana, dal XIII al XIX secolo: 380 scatole con una netta prevalenza di documentazione sul Quattro e il Cinquecento. I contenitori presentano un ordinamento geografico, dagli Abruzzi a Verona, e poi cronologico, per secoli e per singoli autori”.

(© 9Colonne - citare la fonte)