(18 dicembre 2017) Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino coordinato dalla Prof.ssa Elisabetta Bugianesi, è il leader italiano del progetto internazionale LITMUS (acronimo di Liver Investigation: Testing Marker Utility in Steatohepatitis), finanziato con 34 milioni di Euro dalla Comunità Europea nell’ambito della European Innovative Medicines Initiative 2 Joint Undertaking (IMI2), che riunisce medici e scienziati di importanti centri accademici in tutta Europa insieme ad aziende della Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (EFPIA). Obiettivo comune del progetto è lo sviluppo e la diffusione di più accurati biomarcatori di danno epatico da utilizzare nella NAFLD. Il progetto LITMUS include 47 partner di ricerca con sedi presso importanti università internazionali ed alcune delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo. LITMUS è coordinato dall'Università di Newcastle, U.K., che lavora a stretto contatto con il partner principale EFPIA, Pfizer Ltd. In Italia, guidati dall’Università di Torino, partecipano al progetto le università di Milano, Firenze, Palermo, il CNR di Pisa, l’Università Politecnica delle Marche e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. LITMUS è un pionieristico progetto di ricerca europeo che si propone di individuare e mettere a punto nuovi test diagnostici per valutare i pazienti con steatosi epatica non alcolica (NAFLD), allo scopo di identificare quelli a maggior rischio di sviluppare una epatite cronica con grave infiammazione e fibrosi (cicatrici) nel fegato. La NAFLD, che colpisce il 20 - 30% della popolazione mondiale, è causata da un accumulo di grasso nelle cellule del fegato, che in alcuni casi può determinare infiammazione, fibrosi del tessuto epatico e infine cirrosi.
(© 9Colonne - citare la fonte)